giovedì, Gennaio 16, 2025
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Viracocha e il mistero delle linee Nazca.

Chi ha tracciato le linee di Nazca

Le Linee di Nazca hanno sempre suscitato molto interesse sul campo scientifico, anche se la scienza stessa non ha mai dato una risposta concreta su chi abbia tracciato le linee di Nazca. In questa ricerca contemplo l’ipotesi che siano stati degli esseri evoluti chiamati “Viracochas” a coordinare i lavori per la realizzazione delle prime linee di individuazione dei luoghi di atterraggio per i loro mezzi volanti a Nazca. Piste realizzate con la collaborazione della popolazione indigena di Nazca.

A mio parere, alcune linee furono realizzate dai Viracochas come piste di atterraggio e successivamente ne realizzarono altre, con anatomie animali, anche i sacerdoti che erano stati istruiti dai Viracochas; le realizzarono per invocare il ritorno del dio che se ne era andato.

Del resto Luis de Monzón, magistrato spagnolo funzionario a seguito dei conquistadores, nel 1586, compilando un rapporto sulle misteriose linee tracciate sull’altopiano di Nazca, afferma:

“…giunse un altro popolo chiamato Viracocha; non erano numerosi, furono seguiti dagli indiosche vennero su loro consiglio e adesso gli Indios dicono che essidovevano essere dei santi. Essi costruirono per loro i sentieri che vediamo oggi”

Non è un caso che nel maggio del 1975 il geologo KlausDikudt dell’Università di Lima affermò di avere rintracciato, lungo le linee di Nazca, “frammenti di un materiale scuro, traslucido, infrangibile, leggero ma estremamente duro, tanto da rigare il quarzo. Il materiale analizzato aveva reagito in modo anomalo a tutti gli esami, ed era rimasto intatto perfino sottoposto ad una temperatura di 4000 gradi. Non si trattava di frammenti di meteoriti, e la composizione e provenienza di questo materiale rimangono ancora ignote.

Notare sopra “l’Astronauta di Nazca”, a confronto con una statuina precolombiana. Notare i particolari del manufatto. I cocci maya, invece,sembrano rappresentare tecnologie di velivoli preposti al volo

Quindi a noi dovrebbe apparire chiaro chi fu a realizzare quelle linee, come appare chiaro che, secondo gli indigeni, gli autori di questi“sentieri o linee” non sarebbero stati solo gli uomini, bensì una razza di“semidei” chiamati “Santi Viracochas”.

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Per cui anche con questa ricerca voglio dimostrare che il mistero di Viracocha, colui che giunse dal “Mondo disopra,” chiamato dagli Inca “Hanan Pacha” o “Hanaq Pacha” e dei geoglifi nazca, trova la sua risoluzione nell’ormai, per me, “ovvia teoria” che vede l’esistenza di un’arcaica civiltà evoluta che un tempo discese dal cielo, dal“Mondo di sopra”, sulla Terra a interagire con l’uomo primitivo, civilizzandolo,trasformandolo e rendendolo così come oggi lo conosciamo. A prova di questo pensiero, oltre agli innumerevoli artefatti archeologici, specie le ceramiche che con le loro raffigurazioni attestano tale teoria(vedere mio articolo uscito sulla Rivista nazionale Archeo & Misteri n. 4 Ottobre/Novembre2013: Gli Dei “Elohim” Virachochas, gli “Stranieri illuminati prima degli Incas”e il mistero delle linee Nazca.

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Le ceramiche della cultura Nazca, svelano il segreto delle misteriose linee, di Lucio Tarzariol), troviamo anche gli stessi“contesti leggendari”, che più o meno si riscontrano in tutte le culture del mondo. Inoltre, di recente, particolari ritrovamenti di corpi mummificati “alieni”a Nazca confermano tali verità che pochi conoscono; a tal proposito vi propongo un interessante contributo concessomi da Pier Giorgio Caria.

In questo testo, analizzando le varie culture precolombiane,porto il lettore a comprendere che questi popoli avevano religioni simili dovesi evidenzia sempre quella stessa schiera di “Dèi e Archetipi” che scesero dal cielo a creare e civilizzare l’uomo, donando la sensienza che, come tutti sappiamo, è il prerequisito della stessa coscienza umana e che, a mio parere, avvenne con particolari ritualità, accoppiamenti e interventi di natura genetica con “Esseri giunti dalle stelle”; si ricordino ad esempio, sempre in Perù, le “Pietre di Ica con le rappresentazioni di animali pilotati dall’uomo” o la“Porta degli Dèi”, chiamata anche portale di Aramu Muru, detto anche Hayumarca, “città degli spiriti”; e non scordiamo i numerosi tunnel prein caici segreti, inesplorati, con porte che si aprono poggiando su cuscinetti di pietra di fattura alquanto incredibile, che conducono in luoghi sotterranei sconosciuti e leggendari.

Ancora una volta, una lunga ricerca per svelare enigmi e misteri del passato che si ricollegano anche alla mia recente scoperta che rivela l’analogia dell’antica architettura planimetrica di due grandi città come Gerusalemme e Tenochtitlán, fondate, a quanto pare, dallo stesso profeta biblico Enock, con l’aiuto di divinità che oggi potremmo chiamare, per l’appunto, “Extraterrestri”.Detto questo, forse non è un caso che ci giunga notizia di una piccola e strana mummia che fu ritrovata pochi anni fa a 3250 metri, proprio vicino al monte Viracocha, A tal proposito l’antropologo Renato Davila Riquelme, direttore del Museo privato “RitosAndinos”, che si trova nel distretto di Andahuaylillas, nelle vicinanze di Cusco, aveva ipotizzato che poteva trattarsi di un alieno.

Un altro caso analogo, ricorderete, accadde anche in Egitto nel 1922, prima della scoperta della “tomba del visitatore”, quando sotto l’egida dell’archeologo Howard Carter si scoprì nella tomba del noto faraone Tutankhamen uno strano piccolo feto con strane fattezze che, a quanto pare, ricordavano proprio un piccolo grigio.Questi racconti ed eventi mi fanno ritornare in mente le parole di Diodoro Siculo, quando ci ricorda che in Nisia d’Arabia c’è una colonna scolpita con lettere sacre dedicata ad Iside e Osiride, e mi soffermo su quella frase dove Osiride dice:

“E sono il maggiore dei figlioli de’ Saturno, Pianta nata dalla bellezza, et dalla generosità; la quale non ha avuto dal seme l’origine sua. Ne vi ha luogo nel mondo alcuno al quale io andato non sia,insegnando ad ogn’uno quelle cose delle quali io sono stato l’inventore”(traduzione autentica dal greco di Francesco Baldelli nel testo originale del 1574).

Apparirà chiaro il significato di queste parole che può indicare soltanto un uomo venuto dalle stelle o una creazione avvenuta con una manipolazione genetica, che essendo andata in ogni luogo,può essere giunta anche a Nazca, Puma Punku, Tihuanaco, Teothiuacan, l’olmeca La Venta, ecc.; in tutti quei luoghi dove appare una “teologia cosmologica”, una religiosità rituale legata ad artefatti straordinari, edifici piramidali o comunque di “incredibile” e fine manifattura, spesso edificati in pietra granitica di difficile lavorazione ed in prossimità di bacini d’acqua.

Infatti anche Viracocha, come l’egizio Osiride, è ritenuto un civilizzatore che insegnò l’agricoltura e molto altro sapere; fu la prima divinità degli antichi Tiwanaku,popolazione proveniente proprio dal Lago Titicaca; luogo legato anche ad una curiosa leggenda locale che parla di semidei, metà uomini e metà pesci, venuti, per l’appunto, dallago Titicaca e chiamati Chullua e Umantua. Si narra che Viracochas fosse sorto dalle acque e che avesse creato il cielo e la terra.

Secondo la leggenda incaica i Viracochas erano capaci, addirittura, di trasportare i massi facendoli spostare “dal suono”. Sempre secondo il mito, Viracocha non solo avrebbe creato gli umani, come l’egizio Osiride, ma li avrebbe anche distrutti per poi ricrearli dalla roccia e gettarli ai quattro angoli del mondo.Dopo aver insegnato agli uomini a sopravvivere, avrebbe preso il mantello, ne avrebbe fatto una barca e sarebbe salpato per l’Oceano Pacifico. Spesso Viracocha viene descritto in alcuni resoconti dati ai primi conquistadores spagnoli, si dice che aveva la pelle chiara egli occhi azzurri, era alto di statura e aveva capigliatura e barba bionde o bianche,indossava una lunga tunica bianca con una cintura in vita. Sembra proprio “un’apparizione angelica” di stampo cristiano che ci riporta al ricordo degli Elohim di Jawè.

Viracocha, oltreche con il nome azteco di Quetzalcoatl, venne chiamato con vari altri nomi dagli indigeni: Thunupa, Tarpaca, Pachaccan, Viracocharapacha. Egli era accompagnato da seguaci fedelissimi, gli “huaminca”, e da emissari che diffondevano la sua dottrina, “hayhuaypanti,gli splendenti”, ricordati dalla leggenda per la luminosità che pare emettessero. Viracocha trovò una popolazione distrutta dagli eventi catastrofici naturali ed incominciò a fondare le basi di una nuova civilizzazione insegnando, per l’appunto, come l’egizio Osiride,l’agricoltura, la non violenza, favorendo così la civilizzazione e provocando fenomeni che agli occhi dei nativi apparvero sovrannaturali, per cui tutto ciò gli procurò la fama di divinità.

La leggenda dice che poi i Viracochas ripartirono diretti verso nord; si dice che il loro capo scomparve incamminandosi fra le onde del mare dopo aver fatto calare sulla spiaggia una “cappa di fuoco” che terrorizzò gli indios ostili presenti. A me questa descrizione pare proprio la cronaca o il resoconto di un avvistamento UFO con tanto di astronave che parte lasciando vapori e fuochi di reazione allontanandosi verso il mare, unmezzo come “l’Occhio di Quetzalcoatl”, o “occhio di Horus”, a cui ho dedicato molti scritti e la cui raffigurazione appare spesso anche nelle sculture e ceramiche precolombiane delle varie culture.

Vi ricordo che questo “dio”, agli occhi dei nativi, aveva grandi poteri, tantoche essi ritenevano la divinità capace di far piovere, spianare le montagne, deviare i fiumi,ecc. Fu sempre Viracocha che creò il cielo, la Terra, e diede origine ai giganti, una sorta di“Nephilim biblici”, chiamati Waris Runa, il cui capostipite, chiamato Pirua, diede il suo nome, addirittura, al Perú.

il mistero delle linee Nazca.
il mistero delle linee Nazca.

Forse non è un caso che proprio nell’altura peruviana di Sacsayhuamán ci siano quelle curiose mura ciclopiche preincaiche che sembrano fuse omodellate in un modo assai particolare, tanto da far pensare ad una lavorazione di tecnologia sconosciuta. Leggende dei nativi raccontano che Viracocha ordinò ai giganti di adorare il “Wari”, un mitologico essere dal corpo di una “macrauchenia”, una sorta di equino con muso di un felino e ali di condor, chiamato “Titi”. Queste cronache vedono igiganti costruttori dei primi templi in onore di Viracocha, di Wari, e del Sole (Willka, inaymara); inoltre alcune credenze riportate dal navigatore spagnolo Pedro Sarmiento de Gamboa(Alcalá de Henares, 1530 – Lisbona, 1590), affermano anche che i giganti furono irrispettosi nei confronti di Viracocha, che si vendicò con essi scatenando il “Diluvio universale” (Uno Pachaci). Secondo il gesuita Blas Valerail nome primordiale di Dio era“Illa Tiki”, che in aymara significherebbe “Luce originale”.

Il nome Viracocha invece gli sarebbe stato attribuito solo in seguito, quando scomparve nel mare di Tumbes (Vira,spuma; cocha, specchio d’acqua), che potrebbe benissimo oggi essere riconosciuto comeun disco in metallo riflettente o “disco volante”, o meglio uno dei biblici “malachim” in uso dai biblici Elohim, di cui faceva parte Jawè; del resto la storia degli irrispettosi giganti la ritroviamo anche nella Bibbia, per l’appunto con i Nephilim, che furono la causa del Diluvio universale voluto dal dio Jawè.

Chi erano gli Elohim
Chi erano gli Elohim

In tutta l’America del Sud appare questa storia: i Chibcha della Colombia dicono che furono portati alla civiltà da un certo personaggio barbuto detto Bochica. Quest’ultimo aveva una moglie invidiosa e cattiva di nome Chia, che fece piombare sulla terra un diluvio che distrusse gran parte dell’umanità. Bochica cacciò sua moglie facendola divenire la luna.

Nonostante il disastro, questo essere superiore riorganizzò i superstiti e alla fine ascese al cielo divenendo un “dio”. I Canari dell’Ecuador parlano di due fratelli scampati al diluvio, mentre gli Indios Tupinamba del Brasile raccontano che fu l’eroe civilizzatore Monan a creare l’umanità e distruggere il mondo tramite un diluvio.

In Cile gli Araucani, e nella Terra del Fuoco gli Yamana e i Pehuen che,ricordano anch’essi un diluvio, durante il quale i sopravvissuti si salvarono sulle montagne.La leggenda di Viracocha ci riferisce che dopo il diluvio il Dio creatore divise il mondo in quattro parti, e forgiò gli esseri umani, che separò in quattro popoli che si dipartirono dal centro, ovvero dal Titicaca (Titi, giaguaro; kaka, pesce). I suoi tre discepoli, che ebbero il compito di creare gli animali, le piante e i fiori, si chiamarono Manco (legislatore), Colla eTokay. Successivamente Viracocha si diresse a nord ovest, presso il sito di Raqchi, lì subìl’ostilità dei nativi che lo scacciarono, lanciandogli pietre.

Viracocha si vendicò di questo affronto facendo piovere fuoco su Raqchi, calcinando così tutti i suoi abitanti. Nel periodo incaico a Raqchi fu poi eretto un grandioso tempio dedicato a Viracocha, anch’esso saccheggiato dagli spagnoli che cercavano il Punchau, “la statua antropomorfa di Viracocha, il disco d’oro, con la sua energia del sole, un misterioso artefatto scientifico”. Il cammino di Viracocha poi continuò a Cusco, dove si trova anche la misteriosa fortezza di Sacsayhuamán o Sacsaihuaman, in lingua quechua: Saksaq Waman; il nome significa curiosamente “falco soddisfatto”, come ad indicare, ancora una volta, la divinità soddisfatta che poteva volare. Da Cusco Viracocha poi continuò fino a giungere al mare nei pressi di Tumbes dove lo attendevano i suoi seguaci, e da li Viracocha e i suoi si allontanarono nell’immensità dell’oceano. Da quel momento fu detto per l’appunto Viracocha, ovvero: “spuma dell’oceano”.

Di Lucio Tarzariol per Universo7p

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