domenica, Ottobre 6, 2024
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Il Viaggio di Alalu verso la terra secondo le tavolette sumere

Il Viaggio di Alalu verso la terra secondo alcune tavolette sumere tradotte

Il materiale delle tavolette sumere ci racconta   del viaggio del dio Alalu e di come scoprì l’oro su di un pianeta lontano chiamato terra.

All’insaputa di tutti Alalu fuggì da Nibiru nella barca celeste. Diresse la sua rotta verso la terra imbiancata dalla neve; scelse la sua destinazione a causa di un segreto risalente agli inizi…
Verso la Terra bianca come la neve Alalu fece rotta; scelse la sua destinazione secondo un segreto tramandato dai Tempi del Principio.
Verso regioni proibite Alalu fece rotta; nessuno vi si era mai recato prima.
Nessuno aveva mai tentato di attraversare il Bracciale Martellato.
Sin dal Principio un segreto aveva determinato la rotta di Alalu.
Il fato di Nibiru era posto nelle sue mani, secondo il suo progetto di rendere il suo regno universale!

Da Nibiru l’esilio era certo, lì si rischiava la morte.

Il Viaggio di Alalu verso la terra secondo le tavolette sumere
Il Viaggio di Alalu verso la terra secondo le tavolette sumere

Nel suo progetto, il rischio era proprio nel viaggio; eterna gloria di successo sarebbe stata la ricompensa!
Volando come un’aquila, Alalu scandagliò i cieli; sotto, Nibiru era come una palla sospesa nel vuoto.
Il suo aspetto era seducente, il suo fulgore esaltava i cieli circostanti.
Le sue dimensioni erano enormi, le sue eruzioni risplendevano fiammeggianti.
Il suo involucro, fonte di vita, con il suo colore rossastro, era come un mare spumeggiante.
Nel mezzo si distingueva la frattura, come una ferita scura.
Guardò nuovamente verso il basso; l’ampia frattura divenne più piccola.
Guardò nuovamente, la grande palla di Nibiru diventò un piccolo frutto.
Un’altra volta gettò il suo sguardo, Nibiru scomparve nell’immenso mare tenebroso.
Il rimorso assalì il cuore di Alalu, era in preda alla paura; la risolutezza si tramutò in esitazione.
Alalu prese in considerazione di tornare sui suoi passi; poi con audacia ritornò alla risolutezza.
Il carro percorse cento leghe, mille leghe; il carro viaggiò per decine di migliaia di leghe.
Nelle distese celesti l’oscurità era sempre più cupa; in lontananza, le stelle distanti stavano ammiccando.
Alalu percorse ancora molte leghe, poi il suo sguardo vide qualcosa che gli arrecò grande gioia:
Nella immensità dei cieli, l’emmissario celeste gli stava dando il benvenuto!
Il piccolo Gaga, Colui Che Indica il Cammino, stava accogliendo Alalu nel suo circuito, dandogli il benvenuto.
Con andatura china, era destinato a viaggiare prima e dopo la celestiale Antu.
Era dotato di due direzioni, per andare avanti, per andare indietro.
Alalu considerò subito un segno di buon auspicio che fosse lui il primo a dargli il benvenuto.
Dagli dèi celesti egli è il benvenuto! Tale era la sua interpretazione.
Nel suo carro Alalu seguì il percorso di Gaga; stava dirigendosi verso il secondo dio dei cieli.
Ben presto la celestiale Antu, così chiamata da Re Enshar, occhieggiò nella profonda oscurità.
Il suo colore era blu come acqua pura cristallina; lei era l’inizio del Mare Superiore.
Alalu fu incantato dalla bellezza di quella visione; continuò a percorrere la sua rotta a distanza.
In lontananza lo sposo di Antu iniziò a brillare, di pari grandezza di Antu per dimensione.
An si distingueva, come compagno della sposa, per un colore blu–verdastro.
Una schiera abbagliante lo circondava sul lato; erano tutti esseri dotati di terraferma.
Alalu si accomiatò dai due esseri celestiali, ancora alla scoperta del percorso di Gaga.
Gaga indicava il cammino al suo vecchio maestro, del quale un tempo era stato consigliere: faceva rotta verso Anshar, il Principe Supremo dei cieli.
Dal carro in velocità, Alalu poteva predire la forza di attrazione di Anshar.
Incantava il carro con anelli luminosi dai colori abbaglianti!
Alalu velocemente girò lo sguardo da un lato, con forza deviò Ciò Che Indica il Cammino.
Poi a lui apparve una visione invero maestosa: nei cieli lontani riuscì a scorgere la stella luminosa della famiglia!
Una visione ben più spaventosa seguì la rivelazione:
Un mostro gigante, in moto nel suo destino, proiettò sul Sole un’ombra scura; Kishar ingoiò il suo creatore!
L’evento fu spaventoso; auspicio nefasto, invero. Così pensò Alalu.
Il gigantesco Kishar, Supremo dei Pianeti di Terraferma, era di dimensioni schiaccianti.
Un vortice di tempeste ne oscurava la superficie, originando chiazze colorate in movimento.
Una schiera infinita di esseri, alcuni più veloci, altri più lenti, circondava il dio celeste.
I loro percorsi erano inquietanti, ondeggiavano avanti e indietro.
Kishar stesso stava compiendo un incantesimo, scagliava lampi divini.
Allorché Alalu rivolse a lui lo sguardo, il suo corso si sconvolse.
Non riusciva a mantenere la direzione, compiva gesti confusi.
Poi la profonda oscurità iniziò ad allontanarsi: da solo Kishar continuò a percorrere il suo circuito.
Muovendosi lentamente sollevò il suo velo dal Sole risplendente; apparve Colui Che Esisteva fin dal Principio.
La gioia non durò a lungo nel cuore di Alalu.
L’estremo pericolo era in agguato oltre il quinto pianeta, in verità lui lo sapeva.
Più avanti regnava il Bracciale Martellato, era in attesa di demolirlo!
Era martellato di rocce e macigni; come orfani senza madre erano riuniti insieme.
Ondeggiando avanti e indietro, seguivano un destino del passato.
Il loro modo di agire era disgustoso; i loro modi erano inquietanti.
Divorarono, come leoni con la preda, i carri sonda di Nibiru.
Rifiutarono di cedere l’oro prezioso, necessario per la sopravvivenza.
Il carro di Alalu si stava dirigendo a capofitto verso il Bracciale Martellato: per affrontare con audacia in combattimento i macigni feroci.
Nel suo carro Alalu attizzò con più vigore le Pietre Fiammeggianti, diresse con mano ferma Ciò Che Indica il Cammino.
I macigni minacciosi caricarono il carro, come un nemico che attacca in battaglia.
Contro di loro Alalu liberò dal carro un missile foriero di morte.
Poi, una dopo l’altra, lanciò contro il nemico le Armi del Terrore.
Come guerrieri impauriti i macigni tornarono indietro, aprendo un varco per Alalu.
Come per incantesimo il Bracciale Martellato aprì un passaggio al re.
Nella profondità oscura Alalu poteva chiaramente scorgere i cieli.
Non era stato sconfitto dalla ferocia del Bracciale, la sua missione non era terminata!
In lontananza la palla infuocata del Sole irradiava il suo fulgore.
Irradiava raggi di benvenuto verso Alalu.
Davanti a lui un pianeta di color marrone rossastro faceva rotta sul suo circuito; era il sesto nel conto degli dèi celesti.
Alalu potè solo osservarlo: per seguire la sua rotta predestinata dal percorso di Alalu velocemente si allontanò.
Poi apparve la Terra bianca come la neve, il settimo pianeta nel conto celeste.
Alalu fece rotta verso questo pianeta, verso una destinazione più invitante.
La sua sfera seducente era più piccola di Nibiru, la sua rete di attrazione era più debole di quella di Nibiru.
La sua atmosfera era più sottile di quella di Nibiru, al suo interno turbinavano le nubi.
Sotto, la Terra era divisa in tre regioni: bianca come la neve in cima e alla base, in mezzo blu e marrone.
Abilmente Alalu dispiegò le ali per arrestare il carro, per ruotare intorno alla sfera della Terra.
Nella regione intermedia poteva scorgere terre aride e oceani ricchi di acque.
Diresse verso il basso il Raggio Che Cerca il Cuore di Tutta la Terra, per scoprire le viscere della Terra lo usò.
“L’ho trovato!” Cosi gridò estasiato. “Oro, il raggio ha segnalato molto oro”; era sotto la regione di colore scuro, era anche nelle acque!
Con il cuore che batteva forte Alalu pensava alla decisione da prendere: doveva forse atterrare con il carro sul suolo arido, rischiando di schiantarsi e di morire?
Doveva dirigere la sua rotta verso le acque rischiando di sprofondare nell’oblio?
In che modo avrebbe potuto sopravvivere, scoprire l’oro sì prezioso?
Alalu restò immobile nel posto dell’Aquila; affidò il carro nelle mani del Fato.
Catturato dalla rete di attrazione della Terra, il carro si muoveva sempre più velocemente.
Le sue ali dispiegate divennero ardenti; l’atmosfera della Terra era rovente come un forno. Poi il carro tremò, emettendo un rombo sinistro. Il carro si schiantò improvvisamente, arrestandosi in modo repentino. Privo di sensi per le vibrazioni, stordito per lo schianto, Alalu rimase immobile. Poi aprì gli occhi e capì di essere ancora tra i viventi. Era giunto vittorioso al pianeta dell’oro.

A cura della redazione universo7p.it

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