Terraformare Marte per colonizzarlo
Saremo mai in grado di Rendere Marte più simile alla Terra? Nell’ultimo decennio c’è stata grande attenzione nei confronti di Marte. Le sonde prima, gli esploratori robotici in seguito, ci hanno rivelato molto sulla storia del pianeta rosso.
Entro il 2030, la NASA spera di inviare una missione umana ad esplorare Marte. È comprensibile, quindi, che vi sia un rinnovato interesse anche per una colonizzazione del pianeta.
Questi piani vanno da un piccolo insediamento di fondatori, al piano di Elon Musk che prevede la realizzazione di una colonia di circa 80.000 persone. Ma, senza dubbio, il piano più ambizioso prevede la trasformazione dell’ambiente di Marte per renderlo adatto alla vita umana (terraformazione).
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L’idea ha ovviamente attratto parecchi scienziati. Ma, in una recente conferenza biotech, ospitata dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency), l’agenzia ha annunciato che stanno già lavorando per rendere la terraformazione di Marte una realtà.
Da qualche tempo, DARPA è coinvolta in un immane lavoro di catalogazione genetica di batteri terrestri con lo scopo di selezionare i migliori candidati per la creazione di microorganismi che, non solo possano vivere nell’ambiente ostile di Marte, ma che lo trasformino in un pianeta nuovamente abitabile.
Alicia Jackson, vice direttore del DARPA, ha dichiarato durante la conferenza – «Per la prima volta abbiamo la tecnologia necessaria per trasformare ambienti ostili qui sulla Terra che ci permetterà di andare nello spazio, non per visitare, ma per rimanere».
Al momento, solo due organismi sono utilizzati per i progetti di biologia sintetica l’Escherichia coli e i lieviti. Jackson spera di espandere questo campo di ricerca, utilizzando tecniche genetiche moderne e la biologia cellulare per sviluppare dei batteri capaci di alterare gli ambienti in base alle esigenze umane.
«Ovunque sulla Terra esistono dai 30 ai 30.000 milioni di organismi», ha aggiunto «Voglio utilizzare qualsiasi organismo che ha le giuste proprietà. Per fare questo è necessario mappare il loro genoma rapidamente».
A tal fine, DARPA, in collaborazione con altri partner, hanno creato un software chiamato DTA gview, con lo scopo di visualizzare e navigare tra i genomi batterici, generando mappe di alta qualità. In aggiunta a questo software, un server web, il gview Server, da utilizzare per l’analisi comparativa del genoma.
Terraformare Marte
Una volta catalogati i dati genomici di tutti gli organismi conosciuti, il software potrà aiutare i bioingegneri nella selezione dei migliori geni provenienti da differenti forme di vita e di modificarli per creare qualcosa di nuovo. Consentendo una rapida condivisione di questi dati con altri laboratori di ricerca tramite il server Web, Jackson ritiene che gli ingegneri saranno in grado di sequenziare e trovare ciò di cui hanno bisogno nel giro di un solo giorno.
È qui che entra in gioco il terraforming. Siamo riusciti a progettare organismi estremi capaci di far fronte alle perdite di petrolio, agli incidenti nucleari e ad altri disastri che trasformano zone abitabili in terre desolate. La stessa esperienza potrà essere sfruttata su Marte per tramutarlo in un pianeta simile alla Terra.
Da tempo gli scienziati sanno che per terraformare Marte, bisognerebbe realizzare un certo numero di cose. Innanzitutto, l’atmosfera, ricca di anidride carbonica dovrà diventare ricca di azoto e ossigeno. Alcuni organismi fotosintetici, come i cianobatteri, sono già in grado di farlo. Ma, con gli opportuni adattamenti, potrebbero essere in grado di farlo su Marte e in tempi più rapidi.
Con il tempo, l’atmosfera di Marte diventerebbe più densa e in grado di trattenere il calore solare filtrando le radiazioni. Successivamente si potrebbero introdurre nuove specie di piante geneticamente modificate sia con lo scopo di arricchire ulteriormente l’atmosfera, ma anche per la produzione di cibo.
E con un’atmosfera di nuovo respirabile, con l’aumento della temperatura e con il ghiaccio che tornerebbe allo stato liquido, il Pianeta Rosso diventerebbe prima verde, poi blu, e una colonia umana potrebbe stabilirsi permanentemente.