Il motore ad acqua di Stanley Meyer avrebbe potuto cambiare il mondo
Ance se Il suo nome è quasi sconosciuto e volutamente dimenticato ,e le motivazioni possono essere chiare a tutti, Stanley Meyer era lo Scomodo e nello stesso tempo geniale inventore statunitense che non aveva interessi economici: Il suo desiderio era quello di fornire al mondo una valida alternativa al petrolio. Stanley Meyer inventò il motore ad acqua e avrebbe potuto cambiare il mondo, ma qualcuno decise di sbarazzarsi di lui.
La Misteriosa morte di Stanley Meyer
È il 21 marzo 1998, il primo giorno di primavera, e quattro uomini stanno pranzando in un ristorante. Un cameriere serve a uno di loro un succo di mirtillo, subito dopo il primo sorso, Stanley Meyer si alza improvvisamente come se fosse impazzito, si porta le mani al collo, perde il fiato, corre nel parcheggio, si accascia a terra e pronuncia le sue ultime parole: “Mi hanno avvelenato“.
Meyer riteneva che la via d’uscita dalla dipendenza dal petrolio fosse la propulsione ad acqua. Sì, acqua. Una soluzione “molto” alternativa, naturalmente.
La creazione del Motore ad acqua
Ha creato una cella a combustibile, basata sul principio della scissione degli atomi d’acqua nella loro forma elementare, bruciando l’idrogeno per creare energia e rilasciando l’ossigeno, insieme al residuo d’acqua, attraverso il tubo di scarico, generando così emissioni innocue.
Dopo pochi mesi riuscì a sviluppare il suo motore a propulsione idraulica, montandolo su un calesse dipinto con la suggestiva scritta “auto ad acqua”, e con un appello alla sua fede cristiana, per comunicare lo spirito di protezione e di creazione che animava le sue azioni.
Meyer ha dichiarato che il suo veicolo era in grado di percorrere 180 km con soli quattro litri d’acqua . Quarantacinque chilometri con un solo litro di qualcosa che non costava quasi nulla devono essere sembrati davvero magici. Ed è proprio in quel momento che sono iniziati i suoi problemi.
La sua iniziativa fece presto il giro del mondo, anche perchè lo stesso Meyer volle pubblicizzarla dichiarando che chiunque avrebbe potuto con soli 1500 dollari, apportare le dovute modifiche alla propria vettura, così da renderla idonea all’utilizzo dell’acqua come combustibile. Stan sosteneva che la tecnologia dovesse essere al servizio delle persone e non viceversa.
In breve tempo fu contattato da numerosi personaggi di spicco del mondo petrolifero, ricevendo offerte milionarie per l’acquisto del suo incredibile brevetto, ma Stanley le rifiutò tutte. Non si piegò di fronte al denaro, proseguendo verso il suo nobile obiettivo.
Il suo rifiuto portò un mal contento al punto di mettere in dubbio nel sostenere e confutare la tesi di Meyer, e soprattutto la veridicità delle sue affermazioni. Persino un’autorità giudiziaria statunitense, nel 1996, due anni prima della sua misteriosa morte, aveva indagato sull’invenzione di Meyer, sollecitata da alcuni piccoli investitori che avevano finanziato lo sviluppo del suo progetto, i quali poi si erano insospettiti e temevano che stesse per fallire.
Il giudice della Contea di Fayette (Ohio) aveva nominato tre periti, ai quali Meyer rifiutò di consegnare l’auto, il quale ritenne che il processo chimico e tecnologico “inventato” da Meyer non sarebbe stato nulla di rivoluzionario, arrivando a definirlo banale, e che non era stata fornita alcuna prova che potesse effettivamente alimentare un motore automobilistico.
Il giudice ha quindi emesso il suo verdetto, in cui ha stabilito che i fondi ricevuti da Meyer erano stati sottratti con l’inganno (“frode grave ed eclatante”) e gli è stato ordinato di restituirli agli investitori. Per un uomo il cui sostentamento dipendeva dal suo ingegno, non era certo una pillola finanziaria da poco da ingoiare . Di certo, questo è stato un epilogo molto triste per chi si era proclamato il salvatore della complessa equazione tra propulsione automobilistica efficiente, nel pieno rispetto dell’ambiente e dell’energia a prezzi accessibili.
In precedenza Stanley aveva dichiarato di essere stato minacciato più volte dai rappresentanti delle compagnie petrolifere di tutto il mondo.
Stephen Meyer ( il fratello di Stanley) affermò che una settimana dopo la morte di Stanley, persone non identificate rubarono la Dune Buggy dal garage di Stanley, insieme a tutti gli strumenti dell’inventore, e che il veicolo fu successivamente ritrovato, ma non è chiaro in quali circostanze e in quali condizioni.
Il brevetto era stato registrato e la Dune Buggy fu successivamente chiusa in una stanza senza porte, in modo che nessuno potesse rubarla e distruggerla (ma secondo i detrattori di Meyer, in modo che nessuno potesse esaminarla e scoprire la debolezza del brevetto).
Sembra che nel 2014, e quindi circa sedici anni dopo la morte di Stanley, il veicolo sia stato ritrovato in Canada (forse venduto dal fratello Stephen), ora di proprietà della famiglia Holbrook (che si dice fosse un ex socio di Stanley), ma dopo questa data non Se ne è più saputo nulla. Vi lasciamo a 2 video che raccontano della sua storia con tanto di testimonianze
A cura di universo7p