Un team di scienziati hanno riscontrato presenza di acqua nell’atmosfera di un pianeta esterno al sistema solare: è una scoperta che non ha precedenti… ubicato nella costellazione del Cigno ad una distanza di circa 122 anni luce dalla Terra, sarebbe presente acqua
la scoperta, fatta da un team di scienziati, è che nella sua atmosfera sarebbe presente acqua sotto forma di vapore. È infatti la prima volta che viene “scoperto” nell’atmosfera di un pianeta della sua taglia dell’acqua.
l’esopianeta, HAT-P-11b è grande quattro volte la Terra un gigante gassoso, ricorda Nettuno, di cui questo esopianeta supera di poco la massa e la dimensione. Rispetto ai pianeti più grandi sono composti principalmente da elementi meno volatili dell’idrogeno e dell’elio, come acqua, metano o ammoniaca.
«HAT-P-11b è un pianeta di dimensione e massa poco più grandi di quelle di Nettuno che orbita a distanza ravvicinata attorno a una stella più fredda del Sole. Un anno su HAT-P-11b dura poco meno di 5 dei nostri giorni. E’ la prima volta che si riesce a misurare la presenza di vapor d’acqua nell’atmosfera di un pianeta di questa taglia.
Questo è stato possibile grazie ai dati raccolti da tre satelliti: Hubble, Spitzer e Kepler. In particolare, l’uso dei dati ad altissima precisione fotometrica di Kepler, combinati ai dati infrarossi di Spitzer, ha permesso di escludere che la banda del vapor d’acqua osservata con Hubble fosse generata dalle macchie, simili alle macchie solari, che sono presenti sulla superficie della stella. Senza questo riscontro, l’attribuzione del vapor d’acqua alla atmosfera del pianeta sarebbe rimasta molto dubbia».
HAT-P-11B mostra nel suo spettro di assorbimento una ben definita banda dell’acqua; l’ampiezza dello spettro di assorbimento dell’acqua (circa 250 parti per milione) indica che l’atmosfera del pianeta al di sotto dell’altitudine corrispondente a 1 millibar sarebbe prevalentemente chiara e sufficientemente ricca in idrogeno.
Il risultato sarebbe in accordo con la teoria dell’accrescimento del nucleo dei pianeti in formazione, secondo la quale attorno ad un nucleo roccioso si sarebbe accumulato gas ricchi di idrogeno derivanti dalla nebulosa protoplanetaria.
«Le misure fatte fino ad oggi hanno mostrato che i pianeti simili a HAT-P-11b possiedono atmosfere ricche di nubi, oppure ancora contenenti piccole particelle che, diffondendo la luce, rendono il cielo azzurro .
Serve quindi un grande lavoro di raccolta dati, di analisi per avere una convincente descrizione della formazione dei sistemi planetari e dei singoli pianeti. E mentre la NASA, in collaborazione con l’ESA, sta per mettere sul campo il James Webb Space Telescope, , l’Europa con l’ELT il grande telescopio dell’eso e PLATO che, da terra l’uno e dallo spazio l’altro, offriranno sicuramente straordinarie opportunità per capire cosa sono questi pianeti e come si evolvono e se ospitano vita aliena.