lunedì, Marzo 17, 2025
Homeultimi articoliScoperti oltre 300 nuove Linee di Nazca grazie all'IA

Scoperti oltre 300 nuove Linee di Nazca grazie all’IA

Scoperti oltre 300 nuove Linee di Nazca grazie all’IA

Negli ultimi sei mesi, grazie all’uso avanzato dell’intelligenza artificiale (IA), sono state scoperte in Perù ben 303 nuove Linee di Nazca. Questo risultato rappresenta un passo significativo nella ricerca archeologica, considerando che negli ultimi 70 anni gli studiosi avevano individuato un numero simile di geoglifi. La scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, è frutto del lavoro congiunto di un team di ricercatori giapponesi della Yamagata University, in collaborazione con IBM e l’Università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne.

Le Linee di Nazca: enigma millenario

Le Linee di Nazca sono uno dei misteri archeologici più affascinanti del pianeta. Questi antichi geoglifi, risalenti a circa 2.000 anni fa, sono stati documentati per la prima volta nel XVI secolo dagli esploratori spagnoli, ma solo in epoche recenti sono diventati oggetto di studi sistematici. I geoglifi consistono in enormi disegni incisi nel terreno arido del deserto di Nazca, nel sud del Perù. Sono visibili quasi esclusivamente dall’alto, il che ha portato molti a ipotizzare che le antiche civiltà che li hanno creati avessero una profonda conoscenza dell’astronomia o, addirittura, capacità di volo. Queste teorie, pur intriganti, non sono mai state confermate.

Le forme rappresentate spaziano da animali stilizzati, figure umane, fino a complessi motivi geometrici. Sebbene molti studiosi abbiano cercato di svelare il loro significato, le ipotesi rimangono speculative. Alcuni suggeriscono che le Linee avessero funzioni rituali o astronomiche, mentre altri ipotizzano che fossero tracciate per motivi religiosi o per comunicare con le divinità.

L’importanza delle tecnologie avanzate

Le scoperte più recenti sono state rese possibili dall’applicazione di tecnologie di avanguardia. Nel corso degli anni, le Linee di Nazca sono state studiate con l’ausilio di fotografie aeree, droni, immagini satellitari e rilevamenti tramite Lidar (una tecnologia che utilizza laser per creare mappe tridimensionali). Tuttavia, il passo decisivo è stato compiuto con l’integrazione dell’intelligenza artificiale.

I ricercatori giapponesi hanno sviluppato un sofisticato algoritmo di apprendimento automatico, addestrato per riconoscere i pattern caratteristici dei geoglifi. Questo algoritmo è stato applicato all’analisi di immagini ad alta risoluzione dell’area di Nazca, permettendo di identificare un gran numero di nuovi disegni. In soli sei mesi, l’IA è riuscita a scoprire 303 nuove figure, aggiungendosi ai 430 geoglifi già noti. Un risultato che, in termini quantitativi, equivale a quasi 70 anni di scoperte fatte con i metodi tradizionali.

Le nuove scoperte

il mistero delle linee Nazca.
il mistero delle linee Nazca.

Uno degli aspetti più sorprendenti delle nuove scoperte è la varietà e la complessità dei geoglifi identificati. Molti di essi appartengono a due categorie principali: geoglifi lineari e geoglifi in rilievo. I primi, solitamente di grandi dimensioni, rappresentano spesso animali selvatici, con il 64% di essi raffigurante creature come uccelli, pesci e felini. I secondi, più piccoli e complessi, sono spesso difficili da rilevare, ma l’IA è stata particolarmente efficace nel riconoscerli. Circa l’81,6% di questi geoglifi in rilievo raffigura animali domestici o teste umane decapitate, un elemento ricorrente nelle culture precolombiane che rimanda a pratiche rituali legate ai sacrifici umani.

Un altro aspetto interessante è la collocazione geografica dei geoglifi. Quelli in rilievo sono stati realizzati vicino ai sentieri pedonali, con una distanza media di 43 metri. Questo fa ipotizzare che fossero destinati a essere visti dai viandanti e avessero un significato culturale e simbolico legato agli animali domestici e ai sacrifici umani. Le figure più grandi, invece, sembrano collocate in modo da essere osservate dall’alto, probabilmente in contesti cerimoniali o rituali che coinvolgevano l’intera comunità.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nell’archeologia

L’impiego dell’intelligenza artificiale nel campo dell’archeologia sta aprendo nuove prospettive. Grazie alla sua capacità di analizzare rapidamente grandi quantità di dati visivi, l’IA ha dimostrato di essere uno strumento potentissimo per scoprire dettagli nascosti che sfuggono all’occhio umano. Questo è particolarmente vero per le Linee di Nazca, dove le condizioni ambientali e la vastità del territorio rendono difficile un’indagine completa con i soli metodi tradizionali.

L’algoritmo sviluppato dai ricercatori giapponesi rappresenta un’ulteriore dimostrazione di come l’intelligenza artificiale possa migliorare il lavoro degli archeologi, permettendo loro di concentrarsi su aspetti più interpretativi e analitici delle scoperte. Non si tratta solo di accelerare il processo di scoperta, ma di fornire un supporto tecnologico che permetta di rivelare dettagli fino ad ora inaccessibili.

Le implicazioni future

Queste nuove scoperte non solo arricchiscono la conoscenza sulle Linee di Nazca, ma aprono la strada a ulteriori ricerche sull’antica civiltà che le ha create. La possibilità che i geoglifi avessero funzioni rituali, culturali o comunicative rimane una questione aperta, ma grazie all’IA, gli studiosi hanno ora un quadro più completo su cui basare le loro ipotesi.

Inoltre, il successo di questo approccio tecnologico in Perù potrebbe essere replicato in altre aree archeologiche del mondo, dove esistono ancora misteri irrisolti. Il deserto di Nazca è solo uno degli innumerevoli luoghi dove i segreti del passato attendono di essere svelati. L’integrazione dell’intelligenza artificiale con l’archeologia tradizionale potrebbe portare a una nuova era di scoperte, consentendo di approfondire la conoscenza delle antiche civiltà e del loro rapporto con l’ambiente circostante.

In conclusione, la scoperta delle 303 nuove Linee di Nazca rappresenta un traguardo storico non solo per l’archeologia, ma anche per l’uso dell’intelligenza artificiale nella ricerca scientifica. Un esempio perfetto di come tecnologia e storia possano collaborare per svelare i misteri del passato, fornendo una nuova chiave di lettura per comprendere le antiche civiltà.

di universo7p

Loading...
universo7p
universo7phttps://www.universo7p.it/
Universo7p News su Misteri, mistero ufo, Anunnaki nibiru elohim, notizie Alieni e ufonews Misteri Ufologici Spazio, notizie sulla Scienza.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

News