Rachel Armstrong: stiamo progettando un’arca spaziale per salvare l’umanità
Gli scienziati stanno sviluppando un Arca di Noè interstellare – una navicella spaziale autosufficiente che può trasportare l’uomo in una missione di sola andata alla ricerca di nuovi mondi abitabili qualora si dovesse verificare una catastrofe globale.
I ricercatori del Regno Unito stanno lavorando al Progetto Persephone con i colleghi provenienti dagli Stati Uniti, Italia e Paesi Bassi i quali indagheranno sulle nuove biotecnologie che potrebbero aiutare un giorno a creare un veicolo spaziale autosufficiente capace di trasportare delle persone oltre il nostro sistema solare.
L’astronave dovrebbe includere nella sua struttura della materia organica come le alghe e il suolo artificiale, utilizzando l’energia del sole per produrre biocarburante e una fonte sostenibile di cibo, i ricercatori hanno riferito che l’astronave potrebbe mantenere in vita alcune migliaia di persone per diverse generazioni in una missione di sola andata alla ricerca di un nuovo mondo da abitare.
Secondo il sito web del progetto, gli scienziati stanno “prendendo in considerazione l’applicazione di tecnologie che vivono come proto cellule, la chimica intelligente programmabile, nel contesto dell’architettura della nave stellare abitabile in grado di rispondere ed evolvere in base alle esigenze dei suoi abitanti.”
Rachel Armstrong, docente di architettura e design presso l’Università di Greenwich, sta conducendo il progetto, che comprende 13 progettisti, sei dei quali sono basati nel Regno Unito.
Leggi anche: Solar Warden e il progetto spaziale segreto
La ricerca di Armstrong si concentra sulla bio-ingegneria, lo sviluppo del suolo artificiale e delle goccioline d’acqua che possono essere programmate per trasportare gli elementi chiave.
“Se la Terra dovesse esaurire le sue risorse indispensabili per gli esseri umani per via dei cambiamenti climatici , guerre nucleari o biologiche, dobbiamo preservare la civiltà umana. Dobbiamo fare in modo che la natura possa sopravvivere, accogliendo nell’astronave alcuni campioni essenziali per lo sviluppo della vita su altri pianeti.” ha dichiarato Steve Fuller, sociologo presso l’Università di Warwick. I ricercatori sperano che lo scopo principale del progetto sarà quello di insegnarci come costruire delle città sostenibili sulla Terra
Bene gli studi ed i progetti, ma il fine è assurdo e terroristico…
Gaia, la Terra non morirà… essa anche se devastate dall assurdità umana resisteva e si rigenerera’..
È l’uomo che si deve preoccupare della propria di sopravvivenza perché si sta autodistruggendo.
Basterebbe solo tornare un attimo sui propri passi e dirigersi verso uno stile di vita più sostanziale e sostenibile, recuperando i sani valiri della solidarietà e del rispetto per la vita in ogni sua forma.