Fa il giro del mondo la storia della mummia congelata di un monaco buddista ritrovata in Mongolia e vecchia di 200 anni , rinvenuto nella “posizione del loto” posizione usata dai monaci per meditare. Vista la posizione del ritrovamento del monaco i fedeli buddisti sono convinti che l’uomo non sia morto, bensì in una sorta di trance. Una convinzione talmente diffusa che le autorità hanno addirittura disposto esami forensi per confermare che il religioso sia effettivamente deceduto. Barry Kerzin, medico vicino al Dalai Lama, afferma che se una persona riesce a rimanere in questo stato per più di tre settimane il suo corpo gradualmente si restringe e, alla fine, della persona, restano soltanto i suoi capelli, le unghie e i vestiti, permettendo di attenuare le proprie funzioni vitali, arrivando a una sorta di ‘non morte’ che lo avvicinerebbe a un Buddah”
La scoperta della mummia è avvenuta in seguito all’arresto di un uomo, che stava cercando di trafugarla per venderla a qualche collezionista di cimeli religiosi. Al momento si pensa che la mummia possa essere di uno degli insegnanti di Lama Itigilov, monaco buddista nato nel 1852 conosciuto anche lui per lo stato della conservazione del suo corpo, che non sembra essere soggetto a decadenza né a deterioramento.