Questo è un giorno storico, dobbiamo essere orgogliosi che la tecnologia italiana abbia contribuito a portare” la missione Rosetta dell’Agenzia Spaziale Europea sulla cometa 67/P.
l’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea, con un tweet “Riceviamo segnali dalla superficie” ha annunciato al mondo intero di aver portato il robot Philae sulla superficie della cometa 67/P Churyumov-Gerasimenko, un viaggio lungo 10 anni, un passo storico per la ricerca spaziale e l’origine dell’universo.
L’atterraggio sulla cometa è stato accompagnato da un grande applauso, abbracci e strette di mano nel centro di controllo dell’Esa in Germania, l’Esoc, a Darmstadt. Dalla superficie della cometa il lander Philae ha inviato il segnale alla sonda Rosetta, che lo ha ritrasmesso a Terra. Nonostante tutti i timori, la discesa è andata bene e l’antenna è correttamente rivolta verso l’alto.
Lanciata il 2 marzo 2004, Rosetta ha raggiunto la distanza di 511 milioni di chilometri dal nostro pianeta dopo aver rimbalzando due volte fra Terra e Marte per prendere la “rincorsa” necessaria a raggiungere la cometa. Prima di arrivare a destinazione ha avvicinato altri due fossili del Sistema Solare: gli asteroidi Steins e Lutetia.
L’Italia in prima linea
Nella lunga storia di Rosetta l’Italia è sempre stata in prima fila, con la planetologa Angioletta Coradini, scomparsa nel 2011, e poi con Asi, con le università Parthenope e di Padova, il Politecnico di Milano, l’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Importante la partecipazione dell’industria, con le aziende del gruppo Finmeccanica Thales Alenia Space, Telespazio e Selex ES.
Sono italiani i due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, e degli 11 strumenti a bordo di Rosetta tre sono italiani. Sono lo spettrometro Virtis (Visual InfraRed and Thermal Imaging Spectrometer), di cui è responsabile Fabrizio Capaccioni, dell’Istituto di Astrofisica e Planetologia Spaziali dell’Inaf (Iaps-Inaf); Giada (Grain impact analyser and dust accumulator), progettato da Luigi Colangeli e del quale è responsabile Alessandra Rotundi, dell’università Parthenope.