Il Rover della NASA Curiosity ha rilevato molecole organiche in un campione di polvere di una roccia soprannominata Cumberland raccolti dal trapano del Rover,dando una conferma definitiva sulla scoperta di sostanze organiche in materiali sulla superficie di Marte.
Le molecole organiche, che contengono carbonio e idrogeno, di solito sono blocchi chimici della vita. Ciò non rivela se il pianeta abbia mai nutrito microbi, ma i risultati fanno luce sul fatto che Marte sia un Pianeta chimicamente attivo facendo emergere condizioni favorevoli per una vita passata sul pianeta Rosso.
“Continueremo a lavorare sui questi risultati,” ha dichiarato John Grotzinger, scienziato del progetto Curiosity del California Institute of Technology di Pasadena. “Possiamo imparare di più sulla chimica attiva che causa tali fluttuazioni nella quantità di metano nell’atmosfera.
Ci sono voluti molti mesi di duro lavoro per determinare se il materiale organico rilevato nel campione di Cumberland era veramente marziano,spesso il SAM (laboratorio del Rover) aveva rivelato diversi campioni composti di carbonio organico, ma in realtà erano stati trasportati dalla Terra all’interno del Rover.
“Questa prima conferma di carbonio organico in una roccia su Marte promette molto sul campo scientifico. Questi composti organici sono importanti perché ci può raccontare i percorsi chimici che ha avuto il pianeta , e ci permettono di confrontare i materiali organici con quelli sulla Terra .La nuova sfida è quella di trovare altre rocce nel Monte Sharp che potrebbero avere diverse scorte di composti organici. ”
SAM ha analizzato gli isotopi di idrogeno dalle molecole d’acqua che erano state bloccate all’interno di un campione di roccia per miliardi di anni, ottenendo informazioni sulla storia dell’acqua di Marte. Il rapporto di un più pesante dell’idrogeno isotopo, il deuterio, l’isotopo dell’idrogeno permettono di fornire informazioni per confrontare le diverse fasi della storia del pianeta rosso.
“E ‘davvero interessante come dei gas estratti da rocce antiche possono raccontarci quando il pianeta ha perso l’acqua,spiega Paul Mahaffy, SAM ricercatore principale del proggetto NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, e autore di un rapporto pubblicato online questa settimana dalla rivista Science
Per ulteriori informazioni su tale rapporto potete visitare il sito ufficiale qui
Di Francesca Piazza