Uno dei problemi maggiormente presenti per gli astronauti durante le missioni spaziali, in particolare per viaggi di lunga durata, è il trattamento dei rifiuti corporei che, secondo alcune stime, costituirebbero la metà del totale dei rifiuti prodotti durante una missione a lungo termine.
Una ricerca, finanziata dalla NASA e apparsa sulla rivista ACS Sustainable Chemistry & Engineering, ritiene che l’urina degli astronauti potrebbe essere convertita in combustibile oppure addirittura in acqua potabile. Il riciclaggio in generale di rifiuti è visto dagli autori della ricerca come un aspetto fondamentale affinché l’ambiente relativamente piccolo in cui gli astronauti sono costretti a vivere per periodi di tempo più o meno lunghi si mantenga pulito. Inoltre l’acqua potabile, in determinate condizioni di emergenza, potrebbe risultare scarsa o insufficiente. La consegna dalla Terra di ulteriore acqua potabile potrebbe avere costi enormi che non possono essere presi in considerazione. Inoltre per viaggi a lunga distanza, come quelli che la NASA ha in progetto nei prossimi anni e decenni, l’ipotesi di un rifornimento di energia o di acqua è pressoché scartabile.
A questo punto entra in gioco il processo, denominato osmosi, descritto nello studio grazie al quale le urine degli astronauti potrebbero alimentare celle di combustione per generare energia. Eduardo Nicolau, Carlos R. Cabrera ed altri loro colleghi autori della ricerca, hanno selezionato e raccolto vari campioni di urina e li hanno sottoposti ad un processo di decontaminazione. Quindi hanno selezionato l’urea presente nell’urina e grazie ad un sistema, denominato Urea Bioreactor Electrochemical system (UBE), l’hanno in pratica convertita in ammoniaca. Quest’ultima è stata poi inserita in un bioreattore e trasformata energia.Tra l’altro lo stesso processo è stato applicato anche alcuni campioni di acque reflue risultanti dal lavaggio sotto la doccia.
Il problema pratico del riciclo utile dei rifiuti è trattato molto seriamente dalla NASA tant’è che sono molte le ricerche su come trattare in maniera più proficua fluidi e in generale tutti i rifiuti di tipo corporeo. I ricercatori hanno dichiarato che tale sistema potrebbe essere attuabile in tutti quei casi di riciclo di sostanze contenenti urea o ammoniaca e potrebbe essere in prospettiva utile anche per il trattamento generale delle acque reflue urbane.