L’intelligenza artificiale sarà in grado di guadagnare l’autocoscienza?
La quantità di intelligenza che è possibile inserire in un apparato tecnologico non è limitata da alcun provvedimento normativo. Di questo passo, nel giro di qualche decina d’anni, la specie “vivente” dominante non sarà più l’umana ma quella delle macchine. Tale previsione arriva da Louis Dal Monte, fisico, imprenditore e soprattutto autore di “The Artificial Intelligence Revolution”.
La cosiddetta intelligenza artificiale è un sistema che non richiede la partecipazione di un operatore umano visto che è in grado di eseguire quasi tutti i compiti solitamente assolti da una singola persona.
Gli esperti nel campo dell’AI considerano una serie di componenti fondamentali per la creazione di un’intelligenza sintetica capace di pensare umanamente, cioè di essere consapevole delle proprie azioni e delle loro conseguenze.
Gli esperti nel campo dell’AI considerano una serie di componenti fondamentali per la creazione di un’intelligenza sintetica capace di pensare umanamente, cioè di essere consapevole delle proprie azioni e delle loro conseguenze.
Presto saremo in grado di creare un intelletto che supererà di gran lunga quello umano. Se ciò dovesse accadere, la specie umana sarà destinata a raggiungere un nuovo livello di singolarità, una transizione intellettuale attraverso la quale accedere ad una nuova dimensione cognitiva.
Non sarà più possibile uscire da questa realtà proprio come è impossibile sfuggire dal centro di un buco nero. D’ora in poi, il mondo sarà destinato a cambiare così tanto che le conseguenze potranno andare ben oltre la nostra attuale comprensione. A chi non è capitato di leggere titoli di giornale con le seguenti intestazioni: “AI ha sconfitto un essere umano in un videogioco” o “AI imita il discorso umano” e talvolta “l’AI è più efficace di una persona nell’individuare e curare un cancro“.
Ormai siamo molto più vicini alla fase in cui l’intelligenza delle macchine verrà paragonata a quella dell’uomo, o al momento in cui una persona e una macchina saranno in grado di condurre conversazioni sociali e lavorare insieme.
La domanda che tutti dovremmo porci è:
le macchine saranno in grado di guadagnare l’autocoscienza?
Jan LeKun, direttore del dipartimento per lo sviluppo AI e professore di informatica presso la New York University è convinto che stiamo sovrastimando le effettive capacità dei sistemi AI.
“In realtà, siamo ancora lontani dalla creazione di macchine in grado di apprendere la basilare visione del mondo così come lo fanno gli esseri umani e gli stessi animali” ha affermato il professore d’informatica.
L’apprendimento automatico è solo uno strumento, un insieme di algoritmi che costituiscono il sistema intellettuale di una macchina addestrata per assorbire un’enorme quantità di dati. Inoltre, la formazione approfondita e l’apprendimento di una macchina, non è necessariamente legata a un compito specifico. D’altra parte, la rete neurale è un sistema che imita l’opera del cervello umano che funziona solo se la macchina viene dotata di quelle caratteristiche indispensabili per generare autonomamente degli algoritmi progettati per l’apprendimento automatico.