domenica, Ottobre 6, 2024
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Le missioni pacifiche dei venusiani sulla Terra

I venusiani e le Missioni pacifiche sulla Terra

I portavoce della NASA solitamente parlano di Venere, descrivendolo come un pianeta con un ambiente particolarmente ostile, con un’aria sovraccarica di anidride carbonica, di una pressione barometrica infernale con molte centinaia di gradi alla sua superficie così come di un’atmosfera ospitante spesse nubi sature di acido solforico.

Eppure nel 1989, un dossier è stato declassificato e ci parla di numerosi contatti umani con Esseri provenienti dal pianeta Venere! Narra come dei Venusiani siano giunti e continuino a venire sulla Terra per incontrarvi degli uomini, scegliendo di avvicinarsi di volta in volta ad umili cittadini, o a scienziati, oppure ad alti funzionari governativi.

Uno tra i tanti contati con il popolo dei Venusiani avvenne in Virginia e nel New Jersey, durante alcuni incontri avvenuti negli anni 50. Ci sono pure le prove fotografiche. Valiant Thor e i suoi compagni venusiani provenivano da Venere, dove il suo popolo viveva sottoterra, era di aspetto umano ma privo di impronte digitali e ombelico, poteva parlare ben 100 lingue fluentemente e apparteneva a una specie che godeva di una vita media di 490 anni.

Valiant Thor venne nel nostro pianeta nel 1957 – atterrando con la sua nave spaziale ad Alexsandria, in Viginia – con l’intento di condividere con il presidente Eisenhower e il vice Richard Nixon un piano per migliorare la situazione sulla Terra, quindi risolvere i problema della povertà, migliorare la vita, e si trattava di un progetto da avviare con l’aiuto degli Stati Uniti e poi da diffondere in tutto il mondo. S’incontrò con Eisenhower e venne subito trasferito in un appartamento sotto il Pentagono per tre anni. Alla fine gli altri Poteri in essere vi si opposero, perché il progetto avrebbe portato all’eliminazione dei medici, del sistema farmaceutico, ecc. e sovvertito l’ordine economico.

venusiani
Le missioni pacifiche dei venusiani sulla Terra

Chi venne maggiormente coinvolto dal comandante spaziale fu il dr. Frank E. Stranges, autore del libro famoso Stranger at the Pentagon, e fondatore del NICUFO (National Investigations Committee on UFO’S), che avrebbe avuto diversi contatti con il venusiano.

A sostegno di questa storia si dichiarò anche un membro del Project Blue Book, Harley Andrew. Byrd, nipote di un Ammiraglio della US Navy. Byrd scrisse la prefazione del libro di Stranges e lavorò al Pentagono nel periodo di permanenza del visitatore spaziale. Byrd scrisse: “Lo sbarco di Valiant Thor è stato forse il primo sbarco documentato dai funzionari militari di un essere umanoide di tipo alieno.

Ha incontrato il presidente Eisenhower e vice presidente Richard Nixon per un’ora, poi lo straniero è stato messo sullo status VIP e trasferito al Pentagono.”

Nel corso della sua vita, anche Tesla, uno dei più grandi scienziati  del ventesimo secolo, affermò di aver inventato un sistema di comunicazioni interplanetarie grazie ad alcune idee che gli erano state trasmesse proprio dai Venusiani.

I responsabili del Progetto Magnete presero molto sul serio Tesla. Uno dei loro rapporti segnala un sito sperimentale ultra-segreto costruito dal governo canadese e progettato per gli atterraggi degli UFO.

L’ex ministro della Difesa canadese, Paul Hellyear, ammise poi pubblicamente che tale progetto era effettivamente esistito.

All’epoca, i Venusiani si sentivano davvero preoccupati per il degrado ambientale e per i pericoli derivanti dall’utilizzo di energie fossili e test nucleari. Allertarono a più riprese il governo americano per tentare di convincerlo a porre fine a queste pratiche.

Un giorno, un vascello interplanetario proveniente da Venere si materializzò e venne a posizionarsi  al  di  sopra  del  laboratorio  scientifico  diretto  da  Arthur  Matthews.  Un allarme di rilevamento Tesla si attivò e l’atterraggio ebbe luogo poco dopo il tramonto.

Matthews uscì allora dal suo ambiente di lavoro e scorse questo incredibile veicolo spaziale. Lo vide davanti a sé, a qualche metro, fluttuante tra i 50 e gli 80 centimetri dal suolo, un disco dai 15 ai 25 metri di diametro, sormontato da un rigonfiamento centrale a forma di cupola.

Dalla base alla sommità, il mezzo poteva ben misurare intorno ai 9 metri di altezza. Questo disco irradiava, per pulsazioni lente, un bagliore di colore bianco-argenteo-bluette che rischiarava nettamente la facciata del laboratorio.

Due Esseri ne uscirono e si diressero verso lo scienziato. Egli notò che avevano un’altezza di circa un metro e ottanta. Poteva distinguere i loro capelli dorati e i loro luminosi occhi blu alla luce delle prime stelle.

Il loro volto era bellissimo e molto fine. Il loro sguardo era di una chiarezza, di una sincerità e di una dolcezza che egli non aveva mai visto sino ad allora in alcun terrestre.

Emanava da essi una sensazione generale di grande forza; le loro figure erano “scolpite” come degli atleti ma nello stesso tempo un’aura di dolcezza e di salute perfetta rischiarava il loro viso. Egli poteva percepire in essi un’irresistibile vibrazione di bontà.

Gli  uomini dello spazio  spiegarono allora in inglese a Matthews  che erano venuti per dare un’occhiata all’apparecchiatura a raggi cosmici di Tesla di cui egli stava proseguendo lo sviluppo. Dopo un dialogo di natura scientifica, lo studioso accettò di visitare il loro veicolo spaziale.

L’astronave era circondata da un anello metallico distante circa 6 metri dal corpo centrale e non era collegato ad essa da nessun dispositivo ma solo dal magnetismo. Non esisteva alcun sistema visibile di controllo nella sala dei comandi.

Al centro si trovava una grande piattaforma circolare con un’area dotata di posti a sedere. Quattro Venusiani vi erano seduti dando le spalle al centro e con i volti orientati rispettivamente a nord, sud, est ed ovest.

Questi piloti erano stati scelti per la loro grande potenza di penetrazione spirituale sulla materia perché facevano funzionare il vascello per trasmissione telepatica, proiettando le onde cerebrali in un computer che ritrasmetteva i loro comandi.

La complessità e l’estrema precisione della tecnologia venusiana consente ai piloti delle astronavi, una volta impratichiti, di dirigere i loro dischi con la potenza pensativa.

Nell’identico modo in cui noi siamo capaci di registrare le reazioni del cerebro umano attraverso l’elettroencefalogramma, i Venusiani hanno adeguato i loro sistemi ai comandi elettromagnetici delle navi così da permettere il pilotaggio per mezzo del pensiero.

Minuscoli elettrodi sono posizionati sul cuoio capelluto di coloro che devono visualizzare  con  la  mente gli spostamenti  attuati dai velivoli spaziali.

Gli ordini-pensiero passano nel computer centrale del vascello che li trasforma in impulsi elettromagnetici. Tali segnali vengono in seguito amplificati e consentono di far fluttuare il disco tramite la fascia spazio-temporale da percorrere o da esplorare.

Contrariamente a ciò che continuano a credere i nostri studiosi, non esistono la terza, la quarta e la quinta dimensione. In realtà, ci sono innumerevoli piani e sottopiani la cui gamma si estende all’infinito, di grado in grado.

Per passare dall’uno all’altro livello dimensionale, le navi venusiane producono un cambiamento di polarità magnetica che modifica il ritmo vibratorio della struttura atomica della materia di cui sono costituite permettendo loro di effettuare viaggi intersiderali ad una velocità quasi istantanea.

Due piloti dell’astronave erano donne. Matthews fece così la conoscenza di una Venusiana di una bellezza straordinaria.

Sembrava senza età, aveva dei lunghi capelli dorati, una perfetta pelle abbronzata, un viso meraviglioso emanante una gioia ed una pace interiore indescrivibili.

Dai suoi occhi blu zaffiro sembrava scaturire un Amore cosmico. Gli trasmise diverse informazioni riguardanti la vita su Venere.

Matthews fece in seguito un viaggio sul Pianeta Venere. Si ritrovò sul bordo di un lago, in piedi, accanto a quelli che sembravano essere grandi pilastri di basalto perfettamente levigato. Un’immensa cascata precipitava da una rupe nera come l’ebano da molte centinaia di metri d’altezza.

Le rive erano lambite da un’acqua spumeggiante ma limpida, mentre il lago dava l’impressione di una massa perfettamente liscia dai colori che ricordavano quelli creati dalla scomposizione della luce bianca attraverso un enorme prisma di cristallo.

Non era dell’acqua come noi la conosciamo, perché i suoi raggi di luce iridavano la superficie di tutti i colori immaginabili. Questi si mescolavano in luccichii rossi, gialli, verdi, rosa e violetti, trasformando il lago in un magnifico arcobaleno.

Un tale maestoso scenario conduceva ad una vasta distesa d’erba verde smeraldo, punteggiata qua e là da mirabili palme dalle foglie intrise di gocce d’acqua splendenti come diamanti.

Nel cielo venusiano, al di sopra della cascata, appariva un’enorme sfera di cristallo trasparente. Sembrava una grandissima bolla di sapone dai riflessi colorati.

Intorno alla parte centrale del vascello, c’era una fascia di metallo aureo e ai poli, delle proiezioni d’oro. Delle finestre erano disposte lungo questa banda dorata.

La campagna che si estendeva nei dintorni aveva l’apparenza di un vasto e suggestivo parco. Una montagna innevata si stagliava in lontananza ed un grande fiume scorreva sullo sfondo. Alcuni gruppi di Venusiani si trovavano graziosamente sulle scogliere a strapiombo sul fiume.

Più tardi, Matthews entrò in una delle loro città. Gli edifici avevano tetti ellissoidali composti da prismi di cristallo; erano sostenuti da pilastri circolari di marmo a forma di colonnati.

Le case di cristallo erano sovrastate da vascelli trasparenti dai riflessi multicolori. Un paradiso di vegetazione lussureggiante circondava le costruzioni.

Un duomo anch’esso di cristallo fungeva da assemblea e da luogo di riunioni ai Venusiani. Un ampio viale fiancheggiato da palme maestose conduceva ad un grande vestibolo dove si trovava un immenso anfiteatro circondato da gradini e da sedili di marmo.

Un piccolo lago circolare dai riflessi cromatici era come sospeso nell’aria, in modo che si potesse camminarvi sotto!

In codesto “Palazzo della Verità” ‒ questo è il nome che i Venusiani hanno dato a tale grandioso edificio ‒ hanno spiegato come avessero trasformato il loro pianeta in un paradiso bucolico in cui regna l’abbondanza, dove il clima è controllato e le catastrofi naturali escluse, affinché essi conducano una vita fraterna di pace e di prosperità.

L’interno delle astronavi era suddiviso in livelli diversi. Quello inferiore conteneva 24 vascelli da ricognizione, veicoli di superficie e attrezzature.

Il superiore racchiudeva giardini, sale di soggiorno, aree dedicate allo studio e alla ricreazione così come un salone per le riunioni. Il pavimento era rivestito da un tipo di sostanza flessibile come la plastica, ma molto più morbida.

I Venusiani sono tutti vegetariani. Fanno crescere frutta, verdure e legumi freschi all’interno stesso delle loro navi e dei loro habitat utilizzando l’energia solare. Le pareti trasparenti permettono ai rispettivi occupanti di avere una visione dello spazio a 360°.

Il tele-pensiero è il modo di comunicare usuale dei Venusiani. Utilizzano un cristallo chiamato “Telolith” per trasmettere messaggi a certi umani. Il Telolith ha consentito a dozzine di persone di avere contatti telepatici ed anche fisici con gli equipaggi dei velivoli!

Il sergente Willard Wannall, che ha prestato servizio nei servizi segreti dell’esercito a Oahu negli anni ’50, quando studiava gli UFO, ha riferito che la città di Retz ‒ la capitale di Venere secondo Omnec Onec non era una leggenda ma esisteva davvero. Nel suo viaggio su venere raccontò di paesaggi paradisiaci dove la gente era cordiale.

Il californiano Michael Barton ha riportato un’informazione giunta da una nave venusiana con la quale anch’egli ebbe un contatto negli anni ’50 sulle colline sovrastanti Santa Barbara.

Ha descritto un pilota molto alto, dal viso straordinariamente intelligente, ricco di amore e luminoso, che indossava un’uniforme costituita da un pezzo unico.

Aveva lunghi capelli dorati, occhi azzurri che brillavano come diamanti e l’epidermide gradevolmente abbronzata.

Una splendida donna Venusiana uscì in quel momento dall’astronave. Anche lei aveva dei lunghi capelli biondo-dorato, la pelle abbronzata e occhi violetti sfavillanti per le screziature d’oro.

La sua figura era molto proporzionata e portava una cintura dorata intorno alla vita. Le calzature erano fatturate con un materiale morbido, elastico e aurato.

Barton ha riferito che i Venusiani che aveva incontrato portavano tutti lo stesso simbolo sulle loro tute spaziali, un emblema per le comunicazioni interplanetarie che essi usavano per provare a contattare gli Esseri dello spazio.

Decise allora di farsi imprimere questo stemma su una t-shirt utilizzando i cristalli Telolith e il tele-pensiero diretto per tentare di entrare in contatto con i Venusiani nel momento in cui lo desiderava.

All’inizio era molto scettico. Ma ben presto ha cominciato a percepire degli UFO ed è stato anche lui condotto più volte su Venere.

Secondo Michael Barton, la capitale venusiana è costruita come un atomo con tre strutture circolari di materia cristallina che corrispondono al nucleo, agli elettroni e allo spazio che li separa.

Estendendosi dal nucleo centrale come dei raggi emergenti dall’asse di una ruota, otto grandi strade conducono ad otto grandi città.

Ognuna di queste ha quattro vie che irradiano verso altri quattro agglomerati e ciascuno di questi ultimi ha una struttura geometrica di raggi concentrici portanti a due altri centri urbani.

Tra le città si trovano delle grandi foreste, dei fiumi e delle montagne. Le valli sono ricoperte da una rigogliosa vegetazione dai colori brillanti.

Qui e là, nel verde lussureggiante, si elevano delle abitazioni a forma di cupola fatte di un materiale trasparente che sembra cristallo.

Ci sono degli oceani come sulla Terra, ma le distese d’acqua di Venere sono più contenute, più profonde e i colori molto più vivi.

Anthony Casay afferma che ci sono anche dei tipi di autovetture che funzionano ad energia solare e possono raggiungere delle grandi velocità rimanendo completamente silenziose.

Le vetture solari sono circondate da un campo di forza elettromagnetica che protegge i passeggeri dalle collisioni qualunque sia la rapidità di movimento.

L’atmosfera venusiana è molto più carica di elettricità che quella della Terra. La luminosità è simile a quella delle nostre aurore boreali e produce in permanenza i colori dell’iride.

La criminalità non esiste su Venere; è del tutto inconcepibile per questi Esseri evoluti. Non esistono nemmeno ospedali perché i Venusiani sono in perfetta salute e vivono tanto tempo quanto lo desiderano.

Gli abitanti di Venere passano la gran parte del loro tempo all’esterno e si nutrono unicamente di frutti e legumi.

Barton ha chiesto un giorno ad uno dei Venusiani che aveva incontrato in California che cosa veniva a fare sul nostro pianeta. Questi ha parlato di una visita recente sulle Montagne Rocciose nel corso della quale diceva di aver soggiornato nel Tempio della “Grande Fraternità Bianca Universale”.

Il Venusiano gli ha spiegato che è là che si trova il governo spirituale della Terra, composto da Maestri Cosmici. Questo direttivo è tenuto ad operare all’instaurazione della fratellanza tra gli uomini. I Venusiani pensano che l’insieme delle popolazioni terrestri dovrebbe idealmente formare una sola nazione amministrata da una governance al servizio dell’unità fraterna.

Dobbiamo unirci ad essi per mezzo dei nostri Maestri e dei nostri contattisti. Questi sono istruiti da loro per insegnarci cosa deve essere fatto per fondare sul nostro pianeta un universo di gioia, d’Amore e di felicità.

Jim Warren afferma che i precursori dei tempi futuri sono già presenti tra noi. Sono qui per soccorrerci a far rinascere quello che tutte le nostre religioni nominano, senza mai avergli dato credito: “Il Paradiso perduto”.

Chissà quante persone nel mondo hanno avuto esperienze simili e non lo dicono, forse per timore di essere ritenute visionarie?

Più di recente Willaru Huayta, uno sciamano peruviano di discendenza spirituale Inca. Afferma di essere in contatto con i Venusiani e negli anni ’80 avrebbe avuto addirittura il privilegio di essere condotto a bordo di un’astronave extraterrestre per visitare Venere.

Willaru Huayta è considerato dagli indiani Quechua come uno Chasqui, ovvero un grande messaggero spirituale. Ha vissuto gran parte della sua vita nella giungla amazzonica dove fu iniziato dagli antichi Maestri lemuriani delle città intraterrestri.

Poi i Venusiani lo contattarono e lo invitarono a bordo di una delle loro astronavi per fargli conoscere il pianeta. Gli domandarono di trasferirsi nella grande città di Cusco, dove ormai abita e tiene regolarmente delle conferenze.

La missione che gli è stata affidata è di aiutare i popoli dell’America Latina a prepararsi spiritualmente alla manifestazione extraterrestre di grande portata che sta per verificarsi sulla superficie della Terra.

Il suo obbiettivo è quello di convincere l’Umanità intera ad entrare rapidamente nella nuova Conoscenza solare ed universale.

Da quest’uomo si effonde una potente energia d’Amore, mentre le sue comunicazioni riflettono un sapere ancestrale ed una saggezza ispirata.

Testo a cura di Lucio Tarzariol

Iscriviti gratuitamente al canale di Lucio Tarzariol e vedi il video sui Venusiani: https://youtu.be/yGvFjT9ovWI

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1 commento

  1. fantascienza fantasia realtaà???? io credo che molte dichiarazioni possona essere reali Siamo stati visitati e continuiamo ad essere visitati da altri abitanti dell’Universo. Ma arroganza dell’Umanita non permette di avere un contatto trasparente con Loro

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