Un team di ricerca internazionale attraverso un articolo pubblicato da PLOS ONE è riuscito a trasmettere da cervello a cervello un semplice saluto “Hola” e “Ciao”, tra due uomini a circa 8 mila km di distanza.
Fantascienza? Decisamente no, più semplicemente un dispositivo creato ad hoc che ha consentito di stabilire un “contatto telepatico” tra due cervelli estremamente lontani l’uno dall’altro, facendo in modo che un individuo localizzato in India comunicasse con altri che si trovavano in Francia: il tutto ricorrendo ad internet ma, naturalmente, in assenza di parole pronunciate oralmente o digitate sulla tastiera. La tecnologia messa a punto dagli scienziati prevede degli elettrodi collegati direttamente al cuoio capelluto della persona che deve “inviare” il messaggio: il segnale viene così codificato e mandato via internet al partecipante che si trova dall’altra parte. Una volta che l’impulso ha raggiunto la destinazione stabilita, il codice viene nuovamente interpretato da una interfaccia neurale e recapitato così al ricevente.
Il dottor Michel Berg presso l’Università di Strasburgo, in Francia nord-orientale, si è coperto gli occhi con una benda e isolato da tutti i suoni circostanti, ha collegato un caschetto al computer e ha iniziato a pensare. A circa 8 mila km di distanza, in un centro di ricerca nella città indiana del Kerala, un giovane spagnolo, il dottor Alejandro Riera, con un casco a tenuta ermetica, ha anche lui iniziato a pensare. Nel giro di un’ora, il 28 marzo 2014, i due sono riusciti a fare quello che fino ad oggi sembrava solo un racconto di fantascienza. Gli scienziati la chiamano ‘comunicazione tecnologica diretta da mente a mente’, noi la conosciamo come telepatia.
Sono stati artefici della prima conversazione telepatica scientificamente documentata nella storia umana. Il duo ha condiviso solo due parole: il saluto ‘hola’ spagnolo, e il ‘Ciao’ italiano. “Abbiamo dimostrato che è possibile inviare un messaggio mentale tra due persone, senza usare la vista, il tatto, il suono, il gusto o l’odore” Dr Berg ha dichiarato. I ricercatori hanno utilizzato l’elettroencefalogramma (EEG) e la simulazione magnetica transcranica (TMS). Gli elettrodi sono stati allegati al cuoio capelluto di un partecipante, un “emettitore”. Quella persona avrebbe dovuto solo ‘pensare’ ad un saluto come “hola”, e le informazioni, raccolte attraverso correnti elettriche lette dalla tecnologia EEG, sarebbero state tradotte in codice binario (una sequenza di 1 e 0) e poi mandata alla destinazione del ricevitore. La persona sul lato di ricezione otterrebbe trasmissioni come una serie di fosfeni, o lampi di luce, visti nella visione periferica
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La luce è stata ricevuta in una sequenza numerica, con ogni “flash” corrispondente a una lettera diversa. La fusione mentale dei vulcaniani di Star Trek potrebbe essere più vicina alla realtà di quanto immaginiamo.