giovedì, Gennaio 16, 2025
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Iperspazio: incontro con alieni di una dimensione superiore

Iperspazio e l’incontro con un essere di una dimensione superiore

L’ iperspazio è una forma di spazio che ha quattro o più dimensioni . Il termine appare sia nella geometria, sia nella descrizione informale di alcune teorie fisiche. Il termine iperspazio è stato inventato da John W. Campbell nel suo racconto The Mightiest Machine, pubblicato nel 1934 sulla rivista Astounding, e da allora è stato ampiamente utilizzato in molte opere.

Il termine Iperspazio spesso serve ad aggirare il limite della velocità della luce nel comune spazio tridimensionale, e poter così effettuare un viaggio interstellare più veloce della luce, tipicamente a bordo di un’astronave.

Quando, tra amici, ci si trova a parlare di Ufo e Alieni che visitano la Terra, salta sempre fuori il saccente di turno che prova a smantellare la discussione utilizzando una delle più classiche argomentazioni della fisica: «la velocità della luce». Il bastian contrario lo si riconosce perché è quello che al liceo raggiungeva appena la sufficienza nelle materie scientifiche (tuttavia ritiene di sapere tutto perché conosce a memoria la saga di Guerre Stellari).

Nel corso degli ultimi decenni, la meccanica quantistica è sempre più accettata e condivisa dal mondo scientifico e di pari passo anche la teoria delle stringhe. Di questa branca della scienza, l’argomento che ci interessa comprendere, per confutare le antiquate teorie dell’amico saccente, è l’esistenza dell’iperspazio, cioè uno spazio con un numero di dimensioni geometriche superiore alle 3 dello spazio fisico in cui viviamo.
Sembra materia di discussione riservata a coloro che hanno conseguito un Master in fisica quantistica, ma, con il prezioso supporto del Dr. Michio Kaku (fisico teorico, autore) sarà una passeggiata.

«Anche se le dimensioni superiori sono state storicamente appannaggio esclusivo di ciarlatani, mistici e scrittori di fantascienza, attualmente molti fisici teorici ritengono non solo che le dimensioni superiori esistono, ma possono spiegare alcuni dei segreti più profondi della natura.

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È da sottolineare che al momento non abbiamo nessuna evidenza sperimentale per spiegare le dimensioni superiori, ma la loro esistenza potrebbe risolvere un problema fondamentale, l’unificazione di tutte le conoscenze della fisica (teoria del tutto).

Iperspazio: incontro con alieni di una dimensione superiore
Iperspazio: incontro con alieni di una dimensione superiore

La mia passione per le dimensioni superiori è iniziata nella prima infanzia. Ricordo che ero accovacciato accanto ad un laghetto a San Francisco, ipnotizzato da pesci dai colori brillanti che nuotavano lentamente sotto le ninfee. In quel momento mi posi una domanda stupida che solo la mente di un bambino può concepire: “come appare al pesce il mondo che lo circonda?”.

Trascorrendo tutta la vita sul fondo dello stagno, il pesce sarà convinto che tutto “l’universo” è formato da acqua e ninfee; potrebbe avere qualche vago pensiero che oltre la superficie d’acqua esista qualche mondo alieno.

Il mio mondo era fuori dalla loro comprensione. Rimasi affascinato, ero seduto a pochi centimetri dal pesce ma allo stesso tempo eravamo separati da un immenso abisso.

Conclusi che se ci fossero pesci “scienziati” che avessero proposto l’idea che un mondo parallelo poteva esistere appena sopra le ninfee, sarebbero stati presi in giro da tutti gli altri pesci dell’universo laghetto. Un mondo invisibile al di là del laghetto non avrebbe avuto senso scientifico per la maggioranza dei pesci.

Iperspazio
Iperspazio

Immaginai cosa sarebbe accaduto se avessi infilato la mia mano nell’altro universo e, improvvisamente, afferrato uno dei pesci “scienziato” portandolo fuori dall’acqua. Lo “scienziato” sorpreso, avrebbe raccontato ai suoi simili una storia incredibile: “Una forza ignota mi ha trascinato in un’altra dimensione, con luci accecanti e strani oggetti che non avevo mai visto. La cosa più strana è stata l’enorme creatura responsabile del mio rapimento. Curiosamente non aveva nessun tipo di pinne, non somigliava a nessun pesce del mondo conosciuto, eppure riusciva a muoversi lo stesso.”

La Teoria del Tutto

A volte penso che noi siamo come quel pesce, viviamo felici sul fondo dello stagno, crogiolandoci nell’ignoranza su eventuali altri mondi che possono coesistere con il nostro, ridendo di ogni eventuale ipotesi sugli universi paralleli. Tutto questo, però, è cambiato radicalmente nel corso degli ultimi anni. La teoria dell’iperspazio è diventato il pezzo mancante per comprendere la nascita dell’universo.
Al centro di questo concetto rivoluzionario vi è l’idea che il nostro universo a tre dimensioni è “troppo piccolo” per descrivere le innumerevoli forze che lo governano.

Per descrivere il nostro mondo secondo la fisica, con la sua infinità varietà di forme e leggi che lo governano, oggi sarebbero necessarie enormi biblioteche traboccanti di oscuri libri. Per molti studiosi l’obbiettivo ultimo della fisica sarebbe quello di avere una singola equazione che possa spiegare ogni cosa presente in ognuno dei libri di questa immensa biblioteca. Oggi, molti fisici, ritengono che sia stata scoperta la “teoria del tutto”, quella che ha tenuto impegnato Einstein negli ultimi 30 anni della sua vita.

Anche se la teoria di dimensioni ulteriori a quella tridimensionale non è stata verificata, stando agli ultimi conteggi, quasi 5.000 documenti di fisica pubblicati riguardano le teorie di dimensioni superiori, a cominciare dai pionieri Theodore Kaluza e Oskar Klein nel 1920 e ’30, alla teoria della supergravità degli anni 1970, e, infine, alla teoria delle superstringhe degli anni 1980 e ’90.

In effetti è proprio la “teoria delle superstringhe” che postula che la materia è costituita da minuscole corte vibranti nell’iperspazio, predice il numero delle dimensioni di spazio e tempo: 10.

Perché non possiamo vedere la 4a dimensione?

Per comprendere le dimensioni superiori dobbiamo ricordare che ci vogliono tre numeri per localizzare qualsiasi oggetto nell’universo. Ad esempio se desideriamo incontrare alcuni amici a Manhattan, direte loro di vedervi presso l’edificio all’angolo della 42ma strada e la 5th Avenue, al 37° piano. Ci vogliono due numeri per localizzare la propria posizione su una mappa, ed un numero per specificare l’altezza sopra la mappa. Ci vogliono dunque tre numeri per specificare la posizione del vostro pranzo (Se l’appuntamento è per mezzogiorno, allora ci vogliono quattro numeri per specificare lo spazio e il tempo dell’appuntamento).

Tuttavia è impossibile per il nostro cervello visualizzare la quarta dimensione spaziale. I computer, naturalmente, non hanno alcun problema a lavorare in N spazio dimensionale, ma al di là delle tre dimensioni spaziali semplicemente il nostro cervello non arriva.
(La ragione di questo sfortunato incidente ha a che fare con la biologia, piuttosto che con la fisica. L’evoluzione umana ha premiato gli individui capaci di visualizzare oggetti in movimento in tre dimensioni. Dovevamo difenderci dalle tigri con i denti a sciabola o tirare una lancia contro un mammut. Poiché le tigri non ci attaccavano nella quarta dimensione, non c’era alcun vantaggio per il cervello umano nell’imparare a visualizzare dimensioni superiori.)


L’incontro con un essere di una dimensione superiore

Per entrare nell’ottica di una dimensione superiore, si può provare ad immaginare un mondo a due dimensioni, chiamato Flatlandia (riferimento al romanzo di  Edwin A. Abbott), potrebbe essere un mondo che esiste su un tavolo piano o una cartina stradale.

Se uno degli abitanti di Flatlandia (lo chiameremo Flat) si dovesse perdere, saremmo in grado di eseguire rapidamente la scansione di tutta la città, potremmo guardare in ogni anfratto, all’interno delle case, è impossibile per un essere bidimensionale nascondersi agli occhi di un tridimensionale.

Se un Flat si dovesse ammalare potremmo raggiungere direttamente i suoi organi interni, senza dover fare incisioni chirurgiche.
Il nostro Flat potrebbe essere un delinquente e finire in carcere, possiamo semplicemente “staccarlo”, come se fosse una figurina adesiva, portarlo temporaneamente nella terza dimensione e poi riappiccicarlo di schiena in un punto qualsiasi di Flatlandia.

E, infine, se trasportiamo un Flat nel nostro mondo tridimensionale, potrà vedere solo due sezioni bidimensionali del nostro mondo, in pratica una fantastica serie di cerchi, quadrati, triangoli etc. che modificano forma e si fondono di continuo tra di loro.

Ora immaginate un Alieno della 4a dimensione che viene sul nostro pianeta popolato da esseri della 3a dimensione, potrebbe controllare con un colpo d’occhio tutto il nostro mondo, anche se ci trovassimo nei nascondigli più chiusi. Se fossimo malati l’Alieno della 4a dimensione potrebbe eseguire su di noi un intervento chirurgico senza doverci tagliare la pelle. Se ci trovassimo in una prigione di massima sicurezza, l’Alieno potrebbe con un semplice “strattone” portarci per un istante nella 4a dimensione per poi poggiarci da qualche altra parte.

Se incontrassimo un Alieno della 4a dimensione, per noi umani avrebbe poteri simili ad un dio: saprebbe attraversare i muri, sparire e riapparire a volontà.

Gli Alieni della 4a dimensione sarebbero onniscienti e onnipotenti. Ma non dimenticate che, secondo la teoria delle superstringhe, le dimensioni possono essere 10!»

Dopo questa immaginario ma piacevole incontro con il Dr. Michio Kaku, probabilmente, la prossima volta che l’amico saccente nominerà la velocità della luce per confutare la presenza aliena sul nostro pianeta, in molti gli risponderanno semplicemente con un lieve sorriso di compassione.

P.S. Alcuni culti interpretano le dimensioni dello spazio come dimensioni dello spirito, questo articolo non fa riferimento a questo pensiero. Un essere di una dimensione superiore non è inteso come migliore o più evoluto. In linea teorica potremmo essere circondati da insetti quadridimensionali.

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