domenica, Febbraio 9, 2025
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I Misteri della Pedra da Gávea

I Misteri che avvolgono Pedra da Gávea

La Pedra da Gávea è una montagna situata nella foresta di Tijuca a Rio de Janeiro, in Brasile.

La maggior parte delle persone crede che gli agenti atmosferici nel tempo abbiano creato quello che alcuni descrivono come un “volto” umano stilizzato. I segni sull’altra faccia della roccia sono invece, stati descritti come un’iscrizione.

Nel 1839, l’Istituto Storico e Geografico del Brasile, nella sua 8a Sessione Straordinaria, decise di approfondire lo studio di queste iscrizioni e formò una commissione di studio formata dagli storici Manoel de Araújo Porto Alegre, J.Cunha Barbosa e Imperial Cappellano J. Rodrigues Monteiro.

La spedizione dei ricercatori ha scalato e percorso tutti i punti accessibili dalla cima della montagna, registrando tutte le iscrizioni e altri dettagli ed è arrivata al seguente rapporto: “È una delle montagne della costa di Rio de Janeiro, a sud di Barra, con un’iscrizione con caratteri fenici, che sono state da tempo distrutte dal tempo e che rivelano una grande antichità”.

Alcuni ricercatori, come Bernardo de Azevedo da Silva Ramos, hanno difeso la posizione secondo cui l’iscrizione è di origine fenicia e forse una prova di contatto tra le culture precolombiane e del Vecchio Mondo. Tra le teorie alternative che sono state proposte c’è che la roccia fosse il sito di una colonia vichinga o che sia collegata all’attività ufologica, cosa che indagheremo anche in questo articolo.

Secondo Paul Herrmann nel suo libro Conquests by Man, l’iscrizione della montagna è nota da tempo, ma era stata semplicemente attribuita a “qualche popolo americano preistorico sconosciuto”. Un esame più attento, tuttavia, ha portato alcuni ricercatori a ritenere che fosse propri di origine fenicia. L’iscrizione traslitterata, secondo il brasiliano Bernardo de Azevedo da Silva Ramos, è: “LAABHTEJBARRIZDABNAISINEOFRUZT”.

Tenendo presente che il fenicio è scritto da destra a sinistra, si ritiene che l’iscrizione debba essere letta come “TZUR FOENISIAN BADZIR RAB JETHBAAL”, che si traduce approssimativamente come “Tiro, Fenicia, Badezir, primogenito di Jethbaal”. Si sostiene che questo potrebbe corrispondere a un sovrano fenicio di nome Badezir, che governò Tiro a metà del IX secolo aC, c. 850 a C.. Si sostiene anche che la “faccia” della roccia fosse scolpita a somiglianza di Badezir. Un numero di The INFO Journal ha ipotizzato pure che la montagna contenga una tomba fenicia, sebbene non ci siano prove scientifiche che lo suggeriscano.

Lo scrittore storico Ludwing Schwennhagen e l’archeologo Bernardo Ramos difendono questa idea fin dall’inizio del XX secolo.

 Pedra da Gávea
Pedra da Gávea misteri

Nel 1931 si formò un ulteriore spedizione di escursionisti con l’obiettivo di scalare la montagna per indagare meglio sulle iscrizioni e cercare di individuare la presunta tomba del re Badhezir. Visto che la scritta era stata tradotta: “TYRO, PHENICIA, BADHEZIR, PRIMO GENITO DI JETHBAAL”

Secondo gli storici, Badhezir succedette a suo padre Jeth Baal durante il regno di Tiro, un’importante città della Fenicia intorno all’850 a.C..

Pedra da Gávea
Pedra da Gávea

I dettagli di tutta questa storia sono ancora confusi, ma al tempo Badhezir sarebbe fuggito insieme a tutta la sua corte e gran parte della popolazione di Tiro durante l’assedio che Salmaneser III, imperatore d’Assiria, avrebbe imposto alla sua città.

Ben sappiamo che i Fenici furono i più grandi navigatori del mondo antico. Infatti avevano stabilito relazioni commerciali con le isole britanniche, la Spagna e il Nord Africa dove fondarono numerose colonie, la più famosa delle quali fu la nota Cartagine, che si trovava nell’attuale Tunisia, e che all’epoca era una delle più grandi città del mondo. Inoltre è anche dimostrato che i Fenici furono ancora più audaci e crearono numerose colonie sulla costa atlantica dell’Africa, sulla costa della Guinea e del Congo.

Intorno al 600 a.C. Il faraone Nekau II d’Egitto sponsorizzò una spedizione guidata da Annone, che, secondo lo storico Erodoto, circumnavigò l’intero continente africano. Un’impresa incredibile compiuta 2100 anni prima di Vasco da Gama!

Per cui potremmo pensare che re Badhezir, insieme a tutta la sua spedizione, inizialmente avrebbe avuto l’intenzione di fondare una nuova colonia sulla costa occidentale dell’Africa, ma una volta raggiunto Capo Verde, le forti correnti marine avrebbero distolto la flotta dal suo obiettivo portandolo altrove. Non è segreto il fatto che l’orientamento era una delle debolezze dei Fenici. Probabilmente navigavano sempre vicino alle coste, ma una volta perso questo contatto visivo continuavano a navigare in direzione delle correnti fino a raggiungere inconsapevolmente il Brasile.

Del resto oltre alla Pedra da Gávea, nel corso dei secoli gli studiosi hanno trovato numerose tracce della presenza fenicia in Brasile. Ci sono molte iscrizioni sulle rocce e anche l’incredibile somiglianza di alcune parole tupi-guarani con parole fenicie e questo sembra molto più di un caso.

Probabilmente il re Badhezir sarebbe morto durante questa spedizione. Passando per Rio de Janeiro, il suo equipaggio si imbatté nell’impressionante immagine del gigante di Pietra e giunsero alla conclusione che la testa del gigante (corrispondente a Pedra da Gávea) sarebbe stata il luogo ideale per servire da tomba per l’eterno riposo del loro re.

Infatti ci sono diversi fatti intriganti che rafforzano la tesi che il re fenicio sarebbe stato sepolto proprio in cima alla Pedra da Gávea e che la sua sommità rappresenterebbe il suo dito. Infatti è ‘innegabile che l’aspetto del volto umano con elmo e barba su un lato della montagna assomigli al volto dell’imperatore; anche la parte superiore della cima sembra assomigliare alla tradizionale Sfinge assira, il gigante alato fenicio.

Poi se non bastassero, le iscrizioni scritte sul lato destro della pietra; si noti la disposizione delle pietre giganti sulla testa dell’imperatore, poste in un semicerchio, o triangolo che indicano che lì sarebbe stata eretta una corona di pietra. Il culmine infatti, è una pietra a forma di piramide situata in uno dei punti di questa corona. Inoltre, alcune incisioni su queste pietre ricordano serpenti, lucertole e raggi di sole. Alcuni sostengono che l’immenso “Portale di Agharta” sul lato opposto delle iscrizioni rappresenterebbe l’ingresso alla tomba. Ma la spedizione del 1931 non riuscì a trovarla.

Altre spedizioni più grandi furono organizzate nel 1933 e nel 1937 con alpinisti che esplorarono ogni angolo della roccia e fecero degli scavi amatoriali senza fare grandi scoperte.

Nel 1946 un’altra spedizione di alpinisti del Centro Excursionista Brasileiro conquistarono per la prima volta una grotta sospesa in mezzo alla parete sul lato destro della testa. Fu una spedizione per l’epoca molto rischiosa, per la difficoltà di raggiungere il luogo.

Qualsiasi errore rappresentava una caduta fatale da 20 metri di altezza per tutti i membri della spedizione. Lì scoprirono un passaggio lungo e stretto che avrebbe attraversato l’intera Pietra e sarebbe uscito dall’altra parte!

Nel 1982, l’archeologo nordamericano Robert Frank Marx fece una serie di immersioni nella baia di Guanabara, al fine di scoprire eventuali relitti di navi fenicie, che finirebbero per dimostrare tutta questa tesi. Fecero una perlustrazione sul fondo della baia, ma non trovarono navi affondate, ma rinvennero tre anfore di origine fenicia ora tenute sotto chiave in un luogo segreto dalla Marina brasiliana.

Da lì l’archeologo entrò in conflitto con le autorità della marina brasiliana, che, adducendo il rischio di saccheggio, bloccarono l’accesso al sito. Robert Frank Marx ha anche affermato che le autorità brasiliane hanno un grande interesse a mantenere la versione ufficiale della storiografia ufficiale che dice che Pedro Álvares Cabral è stato il primo uomo del Vecchio Mondo a “mettere piede” sul suolo brasiliano.

Del resto se venissero prese in considerazione queste prove la Storia dovrebbe essere riscritta. Infatti nonostante queste interpretazioni c’è un certo consenso tra geologi e scienziati sul fatto che l ‘”iscrizione” sia solo il risultato del processo naturale di erosione e che la “faccia” sia un prodotto della pareidolia. Nessuna prova credibile a sostegno dell’idea che la Pedra da Gávea sia stata scoperta dai Fenici o da qualsiasi altra civiltà non autoctona è mai stata raccolta.

Inoltre, il consenso di archeologi e accademici in Brasile è che la montagna non dovrebbe essere vista come un sito archeologico, con tutte queste ipotesi considerate come teorie marginali. Ma la Storia ufficiale lentamente si sta sgretolando sotto le continue scoperte che vedono Fenici, Romani ed Ebrei nel nuovo continente in tempi non sospetti, si pensi ad esempio ai comandamenti mosaici iscritti in aramaico (antico ebraico) su una pietra trovati a Los Lunas nel New Mexico-USA

La grande cavità a forma di ciottolo alta 15 metri, 7 m. largo e 2m. di ritiro che alcuni credono il presunto e inviolato Ingresso alla tomba di Badhezir per altri con credenze mistiche, rappresenterebbe niente meno che l’ingresso al regno sotterraneo dell’impero di

di Agharta che avrebbe tre porte qui in Brasile, una in sette città a Piauí, un’altra a Serra do Roncador (Barra do Garças, MT) e la terza sarebbe proprio questo portale presso la Pedra da Gávea!

A mio parere questo portale assume tutte le parvenze mistificate di altre strutture geologiche come quella in Peru chiamata “Puerta de Hayu Marca, meglio conosciuta come La porta degli Deio ancheLa porta delle Stelle“.

Se non bastassero queste alquanto misteriose vicende, per non farci mancare proprio niente, riporto alcuni curiosi fatti che evidenziano casi di natura ufologica che farebbero pensare che quei dei che guidarono questo gruppo di fenici in Brasile sono ancora attivi in questi nostri giorni.

Infatti ci sono un gran numero di segnalazioni di persone che vivono nei quartieri vicini alla Pietra gigante e hanno visto dischi volanti volare sopra la montagna. A tal proposito, il primo rapporto debitamente documentato nelle fotografie di un oggetto volante non identificato nelle terre brasiliane, riguardava proprio la Pedra da Gávea. Queste foto, scattate nel 1952 dai giornalisti dell’estinta Revista “O Cruzeiro”, furono analizzate da diversi tecnici fotografici, che giunsero alla conclusione che si trattasse di registrazioni reali di un misterioso oggetto volante. Queste foto sono disponibili sul sito web dell’Archivio Nazionale disponibile per la consultazione di chiunque.

Oltre ai dischi volanti, ci sono molte segnalazioni di strane luci che uscirebbero dalle cavità della Pietra. Nel 1937 vi fu un famigerato caso di questo tipo di segnalazione. Due ricercatori hanno recatesi in cima al Pedra e ad un certo punto hanno notato una strana luce verde uscire da uno degli anfratti rocciosi. Incuriositi, si recarono nella fessura ed entrandovi si imbatterono in una “strana stanza con diverse statue umane” e subito dopo, sotto una luce accecante, svennero. Il giorno dopo, svegliatisi, scesero la Pedra e cercarono la redazione di un giornale a larga tiratura per denunciare lo strano fenomeno.

I giornalisti si accordarono con loro per tornare sul sito per approfondire meglio il fenomeno. Ma quando tornarono lì non riuscirono nemmeno a individuare la spaccatura!

I due ricercatori poco dopo impazzirono e morirono nell’ospedale psichiatrico Juliano Moreira di Jacarepaguá, riaffermando sempre la veridicità della loro storia.

Esiste anche un’altra storia sulla Pedra da Gávea legata a una grotta simile a un sifone situata nella parte in cui il massiccio roccioso incontra il mare. Si parla anche di una volta che sarebbe situata sul livello del mare, e all’interno, un’immensa scalinata si alzerebbe dalle acque che entrerebbero nelle profondità della montagna. Si dice che due subacquei di pesca subacquea, trovando questa grotta, salirono la scala e, come gli avventurieri e persero conoscenza. Quando si svegliarono erano in cima alla montagna a 842 metri di altezza.

Di Tarzariol Lucio

Repertorio video canale youtube:
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