NON MORTE MA PARTENZA
Di mesi ne sono passati molti più dei 42 che immaginava Granger, il quale non ha mai più fatto ritorno alla sua fattoria a Duncan, né ha più fatto avere notizie ai genitori o al suo miglior amico Robert Keller, che ancora oggi non sa se deve attenderne il ritorno o piangerne la morte. La parola “morte”, veramente, Granger l’aveva cancellata dal suo testamento e sostituirla con la parola “partenza”. Secondo un giornale locale, The Time Colonist, sul retro del messaggio Granger aveva abbozzato anche una mappa, ma nessuno è mai riuscito a capirne il significato.
Granger Taylor uomo scomparso nello spazio
GRANGER ERA OSSESSIONATO DALLO SPAZIO
L’ultima volta che fu visto Granger si trovava ad una tavola calda poco distante dalla sua fattoria, alle 18.30 del pomeriggio, poi nessuno ha mai più visto né lui né il suo pick-up Datsun color rosa acceso (non certo una macchina che possa passare inosservata), nonostante le ricerche condotte dalla polizia. A detta di Keller e di chi lo ha conosciuto, Granger con gli anni aveva sviluppato una vera e propria ossessione per lo spazio, arrivando a costruire una replica in dimensioni reali di una navicella spaziale nel cortile della fattoria.
UNA VITA SEGNATA DA UN TRAGICO INCIDENTE
“A volte ci dormiva anche dentro” ricorda Keller, secondo cui l’amico “sognava spesso che gli alieni venissero a prenderlo”. Timido e tranquillo nonostante una corporatura robusta, Granger da bambino era rimasto orfano del padre, annegato poco distante da casa in un incidente a Horn Lake, un evento che segnò Granger per tutta la vita ma che non gli impedì una volta finita la scuola di diventare un valido meccanico, in grado di restaurare qualsiasi cosa, da vecchie locomotive a un aereo da caccia della Seconda Guerra Mondiale, un Kitty Hawk II P-40 che vendette poi a un collezionista.
GENIO MOLTO VICINO ALLA FOLLIA
Molti lo ritenevano eccentrico, se non del tutto pazzo, ma Keller lo ha sempre ritenuto “un genio di quelli molto vicino alla follia”. L’idea di costruire una replica di navicella spaziale gli venne negli anni Settanta: per riuscirvi utilizzò materiali di recupero, dotandola di televisione, un divano e una stufa a legna al suo interno. Secondo un altro amico, Bob Nielson, Granger circa un mese prima di sparire avrebbe rivelato di essere in contatto con gli alieni
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CONTATTO MENTALE CON ALIENI
“Sta lì sdraiato ed entra in comunicazione mentale con qualcuno da un’altra galassia” riferì Nielson al The Time Colonist, aggiungendo: “dice che non riesce a vederli, ma loro parlano alla sua mente, anche se molti credono che Granger sognasse”. Alcune testimonianze dei familiari, in particolare una lettera scritta dalla cugina di Granger, Jaclyn Sandiford, a sua madre, riferirono di uso di droghe: “mi hanno detto che Granger ha fatto uso di un bel po’ di LSD quest’estate ma che non ha avuto esperienze negative o effetti collaterali”.
GRANGER ERA STRAFATTO DI LSD?
La convinzione di essere in contatto con gli alieni potrebbe essere legata all’abuso di sostanza stupefacenti: “Hanno detto – scrisse ancora la cugina – che parlava spesso di essere in contatto con gli alieni, di avere con loro anche un contatto mentale. Hanno detto che lui ne era così convinto che ha convinto anche loro. Uno o due giorni prima di partire, ha detto loro che stava per andarsene”. Insomma, Taylor Granger sarebbe solo un ragazzo con problemi, strafatto di droghe e scappato di casa? L’unica cosa che si sa è che sei anni dopo la Guardia Forestale trovò i resti i resti di un’esplosione vicino a Mount Prevost, poco distante dalla fattoria. Granger trasportava spesso dinamite, così per la polizia il caso è chiuso e Granger è verosimilmente morto nell’esplosione. Ma se fosse tutto vero quello che lui sosteneva e l’esplosione fosse solo un modo per far perdere per sempre le sue tracce?
A cura di universo7p