domenica, Ottobre 6, 2024
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Gobekli Tepe racconta la fine del mondo di 11.000 anni a.C.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Edimburgo suggerisce che Gobekli Tepe racconta la fine del mondo di 11.000 anni a.C a causa di uno sciame di comete che colpì la Terra devastandola, modificando l’inclinazione dell’asse di rotazione del pianeta, provocando l’estinzione di molte specie come quella dei mammut e causando un’era glaciale che durò mille anni

La caduta delle comete ha causato la fine di una civiltà avanzata che già esisteva sulla Terra e ha costretto gli esseri umani sopravvissuti a un nuovo e faticosissimo inizio.

I risultati indicano chiaramente che  civiltà avanzate  erano presenti in tutto il mondo in quel momento storico. Ad esempio, il Gobekli Tepe  che si trova nella Turchia orientale, è un vasto complesso di enormi cerchi di pietre megalitiche, con un raggio tra i 10 e i 20 metri, molto più grandi di quelle del noto sito di Stonehenge in Gran Bretagna.
Agli scavi di Göbekli Tepe che hanno avuto inizio nel 1995, sono stati fatti dei test al carbonio radiofonico i quali hanno rivelato che la struttura risale almeno a 11600 anni fa,più antico delle ziggurat babilonesi e delle Piramidi, scoperta che potrebbe riscrivere la storia dell’archeologia

gobekli tepe

Una stele in particolare, quella chiamata «dell’avvoltoio» ha attratto l’attenzione degli scienziati di Edimburgo. Riproduce attraverso simbolismi animali una serie di costellazioni, indicandone la posizione nel cielo. Grazie all’aiuto di un computer, è stato possibile stabilire che le stelle si trovavano in quel punto esattamente nel 10.950 a.C., alla fine del Pleistocene. Altri bassorilievi riproducevano la caduta dello sciame di comete e un uomo senza testa indicava la perdita di molte vite umane. La stele è importante perché conferma eventi che già conoscevamo, come il periodo glaciale noto come Dryas recente (dal nome di un fiore della tundra) e l’anomalia dell’iridio osservata in Nord America, risalente all’11-10.000 a.C.: l’iridio è poco presente nel suolo e quando in uno strato geologico se ne trova molto di più, vuol dire che un meteorite o una cometa lo hanno portato sulla Terra, come avvenne nell’estinzione dei dinosauri. Per il prof. Martin Sweatman, direttore della ricerca pubblicata su Mediterranean Archaeology, «questa scoperta, insieme all’anomalia dell’iridio, chiude il caso in favore dell’impatto di una serie di comete».

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Hancock ha visitato il sito di Gobekli Tepe, giudicandolo uno dei grandi misteri dell’antichità. Se uno sciame di comete era in arrivo sulla Terra, gli astronomi del tempio le hanno sicuramente individuate in anticipo e forse quelle scie luminose arrivate nel Sistema solare interno sono state una presenza costante nel cielo per molti anni prima del loro devastante impatto. Forse da allora ci è stata tramandata la convinzione che tutte le comete (ma per lo meno bisogna salvare quella di Natale) portino sfortuna e siano messaggere di lutti e devastazioni.

Naturalmente esistono molte teoria sulla vera funzione di questo magnifico sito avvolto nel mistero, alcune di queste le potete leggere sui nostri vari articoli come ad esempio Göbekli Tepe, La culla degli Dei venuti da altri Mondi

La teoria che grandi civiltà del passato siano state distrutte da eventi catastrofici è suggestiva e spiegherebbe le grandi costruzioni le cui rovine sono state trovate sui fondali dell’Oceano, dove Platone collocava Atlantide, così come la «piramide» sommersa che si trova vicino all’isola di Yonaguni, in Giappone.

 

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