Comincia la perforazione del cratere Chicxulub che provocò l’estinzione dei dinosauri
Una perforazione senza precedenti in prossimità dell’enorme buco lasciato dall’asteroide che ha cambiato la vita sulla Terra ha lo scopo di rivelare i particolari di quello che è considerato il più grande disastro ambientale della storia e trovare nuove ipotetiche forme di vita provenienti dallo spazio.
Il Cratere si trova nel Messico, non lontano dall’omonima cittadina dalla quale ha preso il nome, Chicxulub. Con un diametro di 10 km il meteorite che ha impattato sul suolo terrestre ha generato un cratere di 180 km di diametro. La scoperta di questo cratere è tutto sommato recente, dal momento che risale agli anni ’70, durante delle ricerche di petrolio nella zona. Tutt’intorno all’area interessata dallo schianto furono ritrovati quarzi tipici degli impatti di meteoriti. Anche questo impatto si è stimato risalga ad ere remote, precisamente al Cretaceo, circa 65 milioni di anni fa. Poiché questa data combacia con il periodo dell’estinzione di massa dei dinosauri, ovvero nel periodo fra Cretaceo e Neogene, è stata avanzata l’ipotesi che sia stato proprio questo l’impatto responsabile della catastrofica esplosione
La missione sta per avere inizio; la nave Mirto, cui viaggiano numerosi scienziati provenienti da svariate parti del mondo (Stati Uniti, Regno Unito, Messico) ha già raggiunto il luogo dove nel corso di questa settimana verrà effettuata la perforazione del cratere. La nave, che funzionerà anche come piattaforma per gli scavi, è caratterizzata da tre appoggi sul fondo dell’oceano poco a nord della città di Merida, 30 km al largo della costa della Penisola dello Yucatan. Il compito degli scienziati è quello di perforare circa 1.500 metri nel fondo del mare e raggiungere il cuore del cratere. In un primo momento i ricercatori dovranno attraversare circa 600 metri di sedimenti oceanici che, come ribadito, hanno coperto la zona nel corso degli ultimi 66 milioni di anni (dal momento in cui avvenne l’impatto dell’asteroide sulla Terra). Dovranno poi scavare altri 900 metri nel cratere stesso ed estrarre un unico materiale che non è mai stato osservato prima d’ora dagli esseri umani. Il contatto delle rocce calde con l’acqua, avrebbe creato alcune condizioni chimiche particolarmente insolite.
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