
La mattina del 11 aprile 1980, il personale della Fuerza Aerea Peruviana (FAP) di base a La Joya, Arequipa, mille chilometri a sud della capitale peruviana, aveva rilevato uno strano oggetto volante nelle vicinanze. A quel tempo, la base aerea di La Joya era considerata uno delle più strategiche e segreta in Perú per la sua vicinanza con il confine del Cile, un paese contro il quale si era rischiata una guerra alcuni anni prima.

La base aveva delle strutture sotterranee nel deserto delle pampas, dove erano nascosti i preziosi aerei da combattimento. Supponendo che l’intruso era un aereo spia, il comandante della base aveva ordinato il decollo immediato di un caccia-bombardiere Sukhoi Su-22 , con l’ordine di distruggere il bersaglio, in origine sembrava essere una sorta di aerostato situato a 5 chilometri di distanza. Erano le ore 7:15 quando il personale della base composto da circa 1800 uomini si rese testimone di questo evento nel corso del quale un tenente della FAP, comandò al caccia-bombardiere che era sulla pista pronto al decollo di alzarsi in volo per intercettare e abbattere l’oggetto
Nel momento in cui l’oggetto si trovo’ all’interno del sistema di puntamento del caccia-bombardiere, esso appariva sospeso e immobile a circa 600 metri sopra il suolo. A questo punto il tenente Santa María sparo’ una potente scarica di proiettili dal cannoncino da 30 millimetri del suo velivolo.
Sessantaquattro di questi proiettili su un totale di 160 furono sparati contro l’UFO i quali sembravano trafiggere l’oggetto senza esplodere o causare alcun danno. L’oggetto a questo punto si lanciò verso il cielo ad una velocità incredibile, inseguito dall’ intercettore di fabbricazione sovietica. Il tenente Santa María nel tentativo di intercettare l’intruso accese i postbruciatori, spingendo il Sukhoi a Mach 1.2, rompendo cosi’ la barriera del suono.
Fino a quel momento, l’oggetto non venne rilevato dai radar e per questo motivo, il pilota peruviano non si avvalse dei missili dell’aereo cercando di avvicinarsi abbastanza all’oggetto per poter sparare di nuovo.

Quando il caccia-bombardiere Sukhoi si avvicino’ all’UFO, l’oggetto si arresto’ all’ improvviso, violando le leggi di inerzia.
Il cacciabombardiere oltrepasso’ l’oggetto ad un’altitudine di 11.000 metri (36.000 piedi) il quale siallontanò rapidamente, guadagnando quota.
Successivamente, l’oggetto si fermo’ di colpo,costringendo il pilota Santa María a una repentina manovra per evitare la collisione.
Fu così che il tenente Santa María e il suo aereo da caccia divennero delle prede poiche’ vennero seguiti dall’UFO a 19.000 metri (62.000 piedi), 1000 metri oltre il limite previsto dal costruttore del velivolo e inoltre, la fornitura di combustibile si stava esaurendo. Di fronte a questa situazione, Oscar Santa María decise di abbandonare la sua missione e ritirarsi, anche se l’UFO continuava a salire, perdendosi nello spazio. Il pilota aveva percorso 84 chilometri di distanza dalla sua base, e il suo primo contatto con l’UFO era durato 22 minuti. Dopo l’atterraggio, l’UFO riapparve, rimanendo visibile sulla base aerea per quasi due ore.Le Autorità peruviane custodirono gelosamente questo incidente e solo di recente e’venuto alla luce nel corso di una declassificazione dei documenti del Dipartimento di Stato americano.
I ricercatori intervistarono il pilota protagonista di questa vicenda Oscar Santa María, ora in pensione, e il loro rapporto venne pubblicato su History Channel, diventando famoso in tutto il mondo attraverso le trasmissioni televisive via cavo. Va notato che Santa María aveva parlato della questione per un certo numero di anni in diversi paesi americani ed europei.

Secondo gli esperti di UFO, questo è l’unico caso in cui un aereo militare aveva attaccato un UFO. C’è stato un caso simile, ma il pilota non fu in grado di sparare contro l’oggetto.
L’aggressività, la determinazione e la destrezza del pilota peruviano gli aveva consentito di attaccare il suo bersaglio senza esitazione,portando il suo aereo oltre i suoi limiti di progettazione per poi riportarlo intatto alla sua base.
Un totale di 52 cacciabombardieri Sukhoi-22 (SU-17 made in URSS) entrarono in servizio in Perù tre anni prima dell’incidente partecipando ai due recenti conflitti con l’Ecuador, e successivamente subirono diverse ristrutturazioni e potenziamenti venendo dotati di contromisure elettroniche e ottiche.
Praticamente tutti i piloti sono ben addestrati per l’osservazione a quella altitudine e velocità. Il pilota Santa María aveva cosi’ descritto l’oggetto che lo aveva attaccato:
“Era un oggetto con una cupola scura, come una lampadina divisa a metà, con una larga base in metallo che lo faceva splendere. Quando mi sono avvicinato per vederlo bene, mi sono reso conto che mancavano gli ugelli, ali, finestrini, antenne,niente di niente. Aceca una superficie molto liscia al di sopra e al di sotto. ” Vi è un altro caso documentato in cui un aereo peruviano, temendo un attacco, aveva sparato un missile contro un UFO tre anni prima di questo incidente.
vi lasciamo al video