Paziente operato per la prima volta in animazione sospesa
Solo qualche anno fa l’animazione sospesa era considerata solo fantascienza, ma adesso per la prima volta è diventata realtà grazie ad un intervento negli USA .
L’animazione sospesa, conosciuta anche come ibernamento o ibernazione è stata sempre accostata per sostenere lunghi viaggi spaziali, che consiste nel ridurre al minimo le funzioni vitali dell’organismo. In sala operatoria, tale procedura consentirebbe di guadagnare tempo nel caso di interventi critici ed urgenti. Ed è proprio quello che è stato tentato presso l’University of Maryland Medical Centre di Baltimora.

A questa temperatura, il corpo non ha pulsazioni o attività cerebrale. L’ipotermia rallenta anche altri processi biologici. Un paziente può rimanere in questo limbo per circa due ore.
Al contrario, una persona che ha una normale temperatura corporea (circa 37 ° C) può sopravvivere per circa 5 minuti senza battito cardiaco – e quindi senza che l’ossigeno raggiunga le cellule – prima che il danno cerebrale diventi irreversibile.

Come Funziona l’animazione sospesa
La situazione sopra descritta richiede pochissimi minuti per operare, con scarse probabilità di successo. Alla temperatura corporea fisiologica, le cellule hanno bisogno di un costante apporto di ossigeno e nel momeno in cui il cuore smette di battere, bastano solo pochi minuti per arrivare a gravi danni cerebrali.
La soluzione consiste allora nel rallentare bruscamente il metabolismo cellulare, così da ridurre il fabbisogno di ossigeno. Ciò viene fatto abbassando la temperatura corporea fino a 10-15 °C, sostituendo il sangue con una soluzione salina fredda. In questo modo i medici hanno a disposizione fino a 2 ore per operare il paziente, prima di riportare il corpo alla giusta temperatura e riattivare il cuore.
A cura di Universo7p